DOPO LA PIOGGIA

DOPO LA PIOGGIA
di e con Aida Talliente e Chiara Benedetti
Giovedì 19, venerdì 20, sabato 21 gennaio ore 21.00 e domenica 22 gennaio ore 16.30
TeatroBasilica – Roma

info e prenotazioni: teatrobasilica.it  / tel. +39 392 97.68.519 / info@teatrobasilica.com

 

Aida Talliente e Chiara Benedetti portano in scena un nuovo suggestivo spettacolo, un lavoro intenso e delicato che parla di legami, di Vita e Morte, di tempo che passa inesorabile: Dopo la pioggia. L’esordio della tournée sarà a Roma, presso il Teatro Basilica, con ben quattro repliche in programma dal 19 al 22 gennaio. In scena le due attrici, nei panni di due sorelle, la cui vita viene raccontata dai corpi, dalle immagini, da atmosfere sonore e voci fuori campo. Un’intelligente prova di acuta ironia che alla fine lascia spazio ad una profonda commozione. Danno forma a questa suggestiva rappresentazione le luci a cura di Luigi Biondi, le fotografie di Danilo De Marco e gli elementi scenici a cura di Federica Rigon, con la direzione tecnica di Iacopo Candela. Una produzione a cura di ariaTeatro, con la partnership di Fattore K.

Dopo la pioggia è la storia di due donne. Due sorelle. Il loro affetto, il loro Amore. Una Vita passata insieme e poi, improvvisamente, la Morte. È la storia di una relazione.
Inizia dalla fine, dalla Morte di una delle due, in una casa (la loro), in una mattina di pioggia. Da quell’istante, come in un sogno, torniamo indietro nel tempo; il tempo della loro giovinezza. Un “passo a due” giocato con gli elementi del film muto, delle voci fuori campo, delle musiche di un tempo, alternando il passato e il presente come fosse il susseguirsi di visioni legate alla memoria, e nel breve spazio che ci è concesso, le osserviamo nel corso della loro esistenza.
Poi, alla fine, qualcosa ci inchioda, ci paralizza e inevitabilmente muove alcune domande: che cosa significa passare una vita insieme? Che cosa accade durante l’assenza, quando l’altro non c’è più? Che cosa resta in quello spazio vuoto, fuori e dentro di sé quando si rimane soli, quando non si ha più un corpo, un luogo, una dimensione a cui tornare e nemmeno un perché?
Infinite possono essere le risposte ma solo un giorno sapremo.
Fuori, intanto, la pioggia smette di cadere.

 

Il viaggio di Dopo la pioggia nasce da «una forte spinta iniziale data dal desiderio di “incontrarci” nelle fasi del lavoro», raccontano le autrici. «Il bisogno più forte era avere del materiale da trattare con leggerezza, con la risata, con l’ironia, senza però tradire mai una poetica che scava nel profondo delle vicende umane». La scelta del soggetto viene da «un’immagine del passato riaffiorata nella mente». Le due donne che hanno ispirato le protagoniste dello spettacolo sono realmente esistite, erano «due sorelle udinesi che fino alla fine dei loro giorni camminavano dondolando a braccetto per le strade della città, vestite con abiti uguali, d’altri tempi, eleganti, luminose, sempre sorridenti». Al riaffiorare di questo ricordo nella mente di Talliente e Benedetti, entrambe udinesi, è riemersa anche la domanda che inevitabilmente si ponevano alla vista delle due sorelle: alla morte di una delle due, cosa ne sarebbe stato dell’altra? La risposta proposta delle autrici è che «chi sopravvive ad una relazione simbiotica dopo la scomparsa dell’altra parte, deve re-imparare da zero a stare con sé».
In questo contesto, «la pioggia è il paesaggio fisico ed emotivo di tutto il lavoro», spiegano ancora Talliente e Benedetti. Solo dopo la morte di una delle due sorelle, il rumore delle gocce viene fatto affievolire e simbolicamente la pioggia lascia spazio ai primi raggi di sole. «Queste visioni servono a raccontare uno stato emotivo. Dal buio alla luce, dal grigio al colore. […] Da una vita insieme, ad una altra vita, da soli ma mai soli», concludono le autrici.
L’augurio che le due artiste friulane vogliono lasciare con questo spettacolo è di riuscire ad imparare a restare sé e con sé anche quando si è a fianco di qualcuno. Nelle parole di Khalil Gibran:
“Amatevi ma non tramutate l’amore in un laccio.
Lasciate che sia un mare in movimento
tra le sponde opposte delle vostre anime.
Colmate a vicenda le vostre coppe
ma non bevete da una sola coppa.
Scambiatevi il pane ma non mangiate un solo pane.
Cantate e danzate insieme e insieme siate felici,
ma permettete ad ognuno di voi di essere solo”.

DOPO LA PIOGGIA

DOPO LA PIOGGIA
di e con Aida Talliente e Chiara Benedetti
Giovedì 19, venerdì 20, sabato 21 gennaio ore 21.00 e domenica 22 gennaio ore 16.30
TeatroBasilica – Roma

info e prenotazioni: teatrobasilica.it  / tel. +39 392 97.68.519 / info@teatrobasilica.com

 

Aida Talliente e Chiara Benedetti portano in scena un nuovo suggestivo spettacolo, un lavoro intenso e delicato che parla di legami, di Vita e Morte, di tempo che passa inesorabile: Dopo la pioggia. L’esordio della tournée sarà a Roma, presso il Teatro Basilica, con ben quattro repliche in programma dal 19 al 22 gennaio. In scena le due attrici, nei panni di due sorelle, la cui vita viene raccontata dai corpi, dalle immagini, da atmosfere sonore e voci fuori campo. Un’intelligente prova di acuta ironia che alla fine lascia spazio ad una profonda commozione. Danno forma a questa suggestiva rappresentazione le luci a cura di Luigi Biondi, le fotografie di Danilo De Marco e gli elementi scenici a cura di Federica Rigon, con la direzione tecnica di Iacopo Candela. Una produzione a cura di ariaTeatro, con la partnership di Fattore K.

Dopo la pioggia è la storia di due donne. Due sorelle. Il loro affetto, il loro Amore. Una Vita passata insieme e poi, improvvisamente, la Morte. È la storia di una relazione.
Inizia dalla fine, dalla Morte di una delle due, in una casa (la loro), in una mattina di pioggia. Da quell’istante, come in un sogno, torniamo indietro nel tempo; il tempo della loro giovinezza. Un “passo a due” giocato con gli elementi del film muto, delle voci fuori campo, delle musiche di un tempo, alternando il passato e il presente come fosse il susseguirsi di visioni legate alla memoria, e nel breve spazio che ci è concesso, le osserviamo nel corso della loro esistenza.
Poi, alla fine, qualcosa ci inchioda, ci paralizza e inevitabilmente muove alcune domande: che cosa significa passare una vita insieme? Che cosa accade durante l’assenza, quando l’altro non c’è più? Che cosa resta in quello spazio vuoto, fuori e dentro di sé quando si rimane soli, quando non si ha più un corpo, un luogo, una dimensione a cui tornare e nemmeno un perché?
Infinite possono essere le risposte ma solo un giorno sapremo.
Fuori, intanto, la pioggia smette di cadere.

 

Il viaggio di Dopo la pioggia nasce da «una forte spinta iniziale data dal desiderio di “incontrarci” nelle fasi del lavoro», raccontano le autrici. «Il bisogno più forte era avere del materiale da trattare con leggerezza, con la risata, con l’ironia, senza però tradire mai una poetica che scava nel profondo delle vicende umane». La scelta del soggetto viene da «un’immagine del passato riaffiorata nella mente». Le due donne che hanno ispirato le protagoniste dello spettacolo sono realmente esistite, erano «due sorelle udinesi che fino alla fine dei loro giorni camminavano dondolando a braccetto per le strade della città, vestite con abiti uguali, d’altri tempi, eleganti, luminose, sempre sorridenti». Al riaffiorare di questo ricordo nella mente di Talliente e Benedetti, entrambe udinesi, è riemersa anche la domanda che inevitabilmente si ponevano alla vista delle due sorelle: alla morte di una delle due, cosa ne sarebbe stato dell’altra? La risposta proposta delle autrici è che «chi sopravvive ad una relazione simbiotica dopo la scomparsa dell’altra parte, deve re-imparare da zero a stare con sé».
In questo contesto, «la pioggia è il paesaggio fisico ed emotivo di tutto il lavoro», spiegano ancora Talliente e Benedetti. Solo dopo la morte di una delle due sorelle, il rumore delle gocce viene fatto affievolire e simbolicamente la pioggia lascia spazio ai primi raggi di sole. «Queste visioni servono a raccontare uno stato emotivo. Dal buio alla luce, dal grigio al colore. […] Da una vita insieme, ad una altra vita, da soli ma mai soli», concludono le autrici.
L’augurio che le due artiste friulane vogliono lasciare con questo spettacolo è di riuscire ad imparare a restare sé e con sé anche quando si è a fianco di qualcuno. Nelle parole di Khalil Gibran:
“Amatevi ma non tramutate l’amore in un laccio.
Lasciate che sia un mare in movimento
tra le sponde opposte delle vostre anime.
Colmate a vicenda le vostre coppe
ma non bevete da una sola coppa.
Scambiatevi il pane ma non mangiate un solo pane.
Cantate e danzate insieme e insieme siate felici,
ma permettete ad ognuno di voi di essere solo”.

Genesi – evento annullato –

Il concerto “Genesi” con il Coro Polifonico di Ruda, Aida Talliente ed Elsa Martìn, che doveva tenersi il 16 dicembre presso la chiesa di Ruda alle ore 20.00 sarà annullato per cause di forza maggiore. 

Il concerto verrà riproposto a gennaio in data da definirsi.

Ci scusiamo per l’inconveniente.

Dopo la Pioggia

14 dicembre ore 20.45 Teatro di Pergine Valsugana (Tn)

Debutta finalmente il nuovo lavoro di Aida Talliente e Chiara Benedetti

di  e con Aida Talliente e Chiara Benedetti

disegno luci Luigi Biondi

fonica Alessandro Barbina

mix audio Aida Talliente

direzione tecnica Iacopo Candela

elementi scenici Federica Rigon

fotografie Danilo De Marco

grafica Giulia Spanghero, Dora Tubaro, Hybrida

foto di scena Matteo De Stefano

video Rocco Serafini

 

Produzione Aria Teatro

Partnership Fattore K

 

Due donne. Due sorelle. Il loro affetto, il loro Amore. Una vita passata insieme e poi, improvvisamente, la Morte. E’ la storia di una “relazione”. Inizia dalla fine, dalla Morte di una delle due, in una casa (la loro), in una mattina di pioggia. Da quell’istante, come in un sogno, torniamo indietro nel tempo; il tempo della loro giovinezza. Un “passo a due” giocato con gli elementi del film muto, delle voci fuori campo, delle musiche di un tempo, alternando il passato e il presente come fosse il susseguirsi di visioni legate alla memoria, e nel breve tempo che ci è concesso, le osserviamo nel corso della loro esistenza. Poi, alla fine, qualcosa ci inchioda, ci paralizza e inevitabilmente muove alcune domande: che cosa significa passare una vita insieme? Che cosa accade durante l’assenza, quando l’altro non c’è più? Che cosa resta in quello spazio vuoto, fuori e dentro di sé quando si rimane soli, quando non sia ha più un corpo, un luogo, una dimensione a cui tornare e nemmeno un perché? Infinite possono essere le risposte ma solo un giorno sapremo.

 Fuori, intanto, la pioggia smette di cadere.

 

L’AUGURIO

Amatevi ma non tramutate l’amore in un laccio.

Lasciate che sia un mare in movimento tra le sponde opposte delle vostre anime.

Colmate a vicenda le vostre coppe ma non bevete da una sola coppa.

Scambiatevi il pane ma non mangiate un solo pane.

Cantate e danzate insieme e insieme siate felici, ma permettete ad ognuno di voi di essere solo.

 

Khalil Gibran

DONNE CHE CAMBIANO IL MONDO

9 dicembre ore 21.00,Auditorium di Sesto al Reghena (Pn)

ingresso libero

 

con Aida Talliente ed Elsa Martìn

video animation Giulia Spanghero

fonica Francesco Blasig e Giacomo Bertossi

 

 

“Non temo la morte. Temo il silenzio di fronte all’ingiustizia.

 Sono giovane e desidero vivere.

Ma dico a tutti coloro che vorrebbero farmi del male,

 che sono pronta dove e quando vorrete colpirmi.

 Potrete recidere un fiore

 ma non potrete impedire alla primavera di arrivare”

Malalai Joya

 

Un mondo migliore è possibile grazie alle donne. Questo concetto ha catturato la mente ed il cuore di tutti coloro che sono assetati di giustizia e i cui diritti sono loro negati. Soprattutto per le donne l’idea di un mondo migliore è alla base di tutto: di qualsiasi dimostrazione, qualsiasi campagna, qualsiasi sforzo nel mobilitare le persone, e dato il coinvolgimento e il ruolo giocato dalle donne, s’intuisce che molto probabilmente un mondo migliore ci sarà grazie a loro. Quando le donne narrano le loro storie, producono un’esperienza di guarigione per se stesse e per chi le ascolta. Dire la verità sulle loro vite cambia il mondo. Quando le donne si raccontano, scoprono temi comuni. Imparano che le proprie individuali esperienze di invisibilità, discriminazione, mancanza di riconoscimento e pressioni familiari e sociali sono comuni ad altre donne e non rimangono immobili. Fanno di tutto per migliorare la situazione. Sono nati così i centri anti violenza, le case delle donne ed è stata assicurata l’assistenza legale per porre fine alla violenza di genere. Per maschie e femmine sono state richieste e implementate istruzione, democrazia, riforme sul lavoro, nuovi diritti di famiglia e nuove legislazioni in materia di salute riproduttiva. Non c’è settore dell’umana esistenza in cui le donne non abbiano lavorato e non stiano lavorando affinché le priorità siano pace, giustizia, uguaglianza e libertà per tutti.

A loro è dedicato questo percorso narrativo e musicale che si sviluppa attraverso storie  provenienti da varie parti del mondo. Voci e grida di lotta, di impegno, di memoria, di pazienza, passione, cura e bellezza. Esperienze che si mischiano e vanno a comporre un tessuto sociale più umano e attento, fatto di solidarietà, incontri, scambi e collaborazioni; da quelle delle piantatrici di alberi nel deserto del Tatacoa in Sud America, alla storia di Malalai Joya deputata alla Camera bassa in Afghanistan, alle lettere dal carcere scritte da Nassrim Sotoudeh, l’avvocatessa iraniana che da sempre lotta per i diritti degli oppressi, alle parole di Liliana Segre che ci inchiodano davanti alla storia drammatica della Seconda Guerra Mondiale e all’Europa dei giorni nostri.  E ancora: le voci dalle seminatrici in Ruanda, quelle delle straordinarie combattenti Kurde e l’ultima voce quella di Joumana Haddad poetessa libanese.

Donne che ricostruiscono il mondo con un lavoro incessante, con straordinaria determinazione e con orgogliosa tenacia nonostante le difficoltà.

Parole, canto e sonorità evocative e visionarie, sono gli strumenti che disegnano paesaggi emotivi all’interno di questo viaggio denso di umanità che vuole essere un doveroso omaggio a tutte quelle donne che, giorno dopo giorno, con amore e forza, continuano a lottare rendendo possibile ciò che, altrimenti, resterebbe solo illusione.

 

 

Futuro Passato /Ricordare la memoria

6 DICEMBRE 2022
DALLE ORE 18.00
TEATRO SAN GIORGIO

Via Quintino Sella, 4 – Udine

FUTURO PASSATO ricordare la memoria
letture sceniche

FUTURO PASSATO ricordare la memoria è un progetto che coniuga formazione, creazione e produzione. Dopo un mese di indagine sul territorio attraverso diversi laboratori sul tema della memoria che hanno messo insieme professionisti teatrali, della danza, psicologi, operatori socio sanitari e studenti di tutte le età, i quattro drammatughi, vincitori del bando di drammaturgia, hanno scritto i loro testi teatrali, raccolti e pubblicati in un unico volume. 

I testi saranno introdotti da Federico Bellini, tutor del progetto, e letti da:
Caroline BaglioniAlessandra Di LerniaJacopo GiacomoniSandro Pivotti Aida Talliente

ore 18.00
TRAPIANTI ESTRANEI − di Alice Torriani
Come può una memoria essere trasmessa da una persona all’altra? È possibile per un bambino ricordare ciò che il proprio genitore ha “dimenticato” o rimosso?
Nel bagno pubblico di una grande sala conferenze due donne ascoltano queste parole da un interfono. Le due donne non si conoscono, ma si parlano attraverso una porta. Fuori, da qualche parte, un cavalluccio marino ha intrapreso il suo viaggio di sfrontata seduzione per raggiungere la nuova “casa”. I tre personaggi sono indissolubilmente legati. Solo dalla contaminazione tra loro emergerà la risposta ad una domanda antica, annegata tra ricordi rimossi e lealtà familiare.

ore 19.10
SONETTO101 − di Caroline Baglioni
Sonetto101 è un viaggio alla ricerca di alcune parole che la Donna, protagonista della storia, ha paura di dimenticare. Per ricordarle compie un viaggio interiore, mentre passo dopo passo, si avvicina alla porta d’uscita della sua stanza. Ha un appuntamento, fuori, con un uomo che non vede da tanti anni. La strada che percorre dentro di sé è piena di ricordi, che come macchie di colore, compongono una tela: la mappa della sua esistenza travagliata, solitaria, segreta. Un’esistenza salva solo grazie alla fantasia che permette a lei e a noi ogni giorno di continuare a sognare, credere, desiderare, vivere.

ore 20.20
È SOLO UN LUNGO TRAMONTO − di Jacopo Giacomoni
Questo è un dispositivo di distorsione testuale per un teatro della dimenticanza, per una hauntology teatrale. Ho registrato i ricordi di mio padre, li ho trascritti e li ho dettati al mio computer che li ha a sua volta trascritti; li ho riletti, ridettati al computer che li ha nuovamente trascritti, e così via. Il processo sloga il testo come la memoria di mio padre è slogata dalla demenza. «The time is out of joint». Viviamo un presente che non si può ricordare infestato da un passato che non si può dimenticare. È una lenta disintegrazione verso il silenzio. Non c’è tensione, non c’è in fondo nessun dramma. È solo un lungo tramonto.

ore 21.30
AL BUIO IL RESTO − di Alessandra Di Lernia
in collaborazione con Dialoghi – Residenze delle arti performative a Villa Manin 2022 – 2024 a cura del CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia

Una ricorrenza è innocente? Uno scavo archeologico? La poesia di Manzoni imparata da bambina lo è? Il museo o il mausoleo della memoria che vado a visitare è innocente? Quel che sento come mia memoria culturale e storica e che condivido con tante altre persone dove nasce, dove e quando ha avuto origine? Come lo so? Che rapporto ha la memoria storica con la storia, con il vero, con il realmente accaduto? Al buio il resto si diverte o si commuove o si indigna a indagare quella parte di memoria collettiva che è memoria storica e memoria culturale. Mostra una serie di quadri ambientati in epoche e luoghi distanti, tra loro narrativamente sconnessi ma legati da un assunto a tutti comune: lo stretto rapporto tra il Potere e la memoria. È il Potere che decide cosa resta in luce e che manda al buio il resto.

DONNE CHE CAMBIANO IL MONDO

2 dicembre ore 20.30, Centro Civico di Rive D’Arcano, via Castello D’Arcano 4

Info: eventi.comunerive@gmail.com

ingresso libero

 

con Aida Talliente ed Elsa Martìn

video animation Giulia Spanghero

fonica Francesco Blasig e Giacomo Bertossi

 

 

“Non temo la morte. Temo il silenzio di fronte all’ingiustizia.

 Sono giovane e desidero vivere.

Ma dico a tutti coloro che vorrebbero farmi del male,

 che sono pronta dove e quando vorrete colpirmi.

 Potrete recidere un fiore

 ma non potrete impedire alla primavera di arrivare”

Malalai Joya

 

Un mondo migliore è possibile grazie alle donne. Questo concetto ha catturato la mente ed il cuore di tutti coloro che sono assetati di giustizia e i cui diritti sono loro negati. Soprattutto per le donne l’idea di un mondo migliore è alla base di tutto: di qualsiasi dimostrazione, qualsiasi campagna, qualsiasi sforzo nel mobilitare le persone, e dato il coinvolgimento e il ruolo giocato dalle donne, s’intuisce che molto probabilmente un mondo migliore ci sarà grazie a loro. Quando le donne narrano le loro storie, producono un’esperienza di guarigione per se stesse e per chi le ascolta. Dire la verità sulle loro vite cambia il mondo. Quando le donne si raccontano, scoprono temi comuni. Imparano che le proprie individuali esperienze di invisibilità, discriminazione, mancanza di riconoscimento e pressioni familiari e sociali sono comuni ad altre donne e non rimangono immobili. Fanno di tutto per migliorare la situazione. Sono nati così i centri anti violenza, le case delle donne ed è stata assicurata l’assistenza legale per porre fine alla violenza di genere. Per maschie e femmine sono state richieste e implementate istruzione, democrazia, riforme sul lavoro, nuovi diritti di famiglia e nuove legislazioni in materia di salute riproduttiva. Non c’è settore dell’umana esistenza in cui le donne non abbiano lavorato e non stiano lavorando affinché le priorità siano pace, giustizia, uguaglianza e libertà per tutti.

A loro è dedicato questo percorso narrativo e musicale che si sviluppa attraverso storie  provenienti da varie parti del mondo. Voci e grida di lotta, di impegno, di memoria, di pazienza, passione, cura e bellezza. Esperienze che si mischiano e vanno a comporre un tessuto sociale più umano e attento, fatto di solidarietà, incontri, scambi e collaborazioni; da quelle delle piantatrici di alberi nel deserto del Tatacoa in Sud America, alla storia di Malalai Joya deputata alla Camera bassa in Afghanistan, alle lettere dal carcere scritte da Nassrim Sotoudeh, l’avvocatessa iraniana che da sempre lotta per i diritti degli oppressi, alle parole di Liliana Segre che ci inchiodano davanti alla storia drammatica della Seconda Guerra Mondiale e all’Europa dei giorni nostri.  E ancora: le voci dalle seminatrici in Ruanda, quelle delle straordinarie combattenti Kurde e l’ultima voce quella di Joumana Haddad poetessa libanese.

Donne che ricostruiscono il mondo con un lavoro incessante, con straordinaria determinazione e con orgogliosa tenacia nonostante le difficoltà.

Parole, canto e sonorità evocative e visionarie, sono gli strumenti che disegnano paesaggi emotivi all’interno di questo viaggio denso di umanità che vuole essere un doveroso omaggio a tutte quelle donne che, giorno dopo giorno, con amore e forza, continuano a lottare rendendo possibile ciò che, altrimenti, resterebbe solo illusione.

 

 

DONNE CHE CAMBIANO IL MONDO

1 dicembre ore 20.30, Auditorium comunale di Prato Carnico 

Info: ingresso libero fino ad esaurimento posti 

 anagrafe@comune.prato-carnico.regione.fvg.it

 

con Aida Talliente ed Elsa Martìn

video animation Giulia Spanghero

fonica Francesco Blasig e Giacomo Bertossi

 

 

“Non temo la morte. Temo il silenzio di fronte all’ingiustizia.

 Sono giovane e desidero vivere.

Ma dico a tutti coloro che vorrebbero farmi del male,

 che sono pronta dove e quando vorrete colpirmi.

 Potrete recidere un fiore

 ma non potrete impedire alla primavera di arrivare”

Malalai Joya

 

Un mondo migliore è possibile grazie alle donne. Questo concetto ha catturato la mente ed il cuore di tutti coloro che sono assetati di giustizia e i cui diritti sono loro negati. Soprattutto per le donne l’idea di un mondo migliore è alla base di tutto: di qualsiasi dimostrazione, qualsiasi campagna, qualsiasi sforzo nel mobilitare le persone, e dato il coinvolgimento e il ruolo giocato dalle donne, s’intuisce che molto probabilmente un mondo migliore ci sarà grazie a loro. Quando le donne narrano le loro storie, producono un’esperienza di guarigione per se stesse e per chi le ascolta. Dire la verità sulle loro vite cambia il mondo. Quando le donne si raccontano, scoprono temi comuni. Imparano che le proprie individuali esperienze di invisibilità, discriminazione, mancanza di riconoscimento e pressioni familiari e sociali sono comuni ad altre donne e non rimangono immobili. Fanno di tutto per migliorare la situazione. Sono nati così i centri anti violenza, le case delle donne ed è stata assicurata l’assistenza legale per porre fine alla violenza di genere. Per maschie e femmine sono state richieste e implementate istruzione, democrazia, riforme sul lavoro, nuovi diritti di famiglia e nuove legislazioni in materia di salute riproduttiva. Non c’è settore dell’umana esistenza in cui le donne non abbiano lavorato e non stiano lavorando affinché le priorità siano pace, giustizia, uguaglianza e libertà per tutti.

A loro è dedicato questo percorso narrativo e musicale che si sviluppa attraverso storie  provenienti da varie parti del mondo. Voci e grida di lotta, di impegno, di memoria, di pazienza, passione, cura e bellezza. Esperienze che si mischiano e vanno a comporre un tessuto sociale più umano e attento, fatto di solidarietà, incontri, scambi e collaborazioni; da quelle delle piantatrici di alberi nel deserto del Tatacoa in Sud America, alla storia di Malalai Joya deputata alla Camera bassa in Afghanistan, alle lettere dal carcere scritte da Nassrim Sotoudeh, l’avvocatessa iraniana che da sempre lotta per i diritti degli oppressi, alle parole di Liliana Segre che ci inchiodano davanti alla storia drammatica della Seconda Guerra Mondiale e all’Europa dei giorni nostri.  E ancora: le voci dalle seminatrici in Ruanda, quelle delle straordinarie combattenti Kurde e l’ultima voce quella di Joumana Haddad poetessa libanese.

Donne che ricostruiscono il mondo con un lavoro incessante, con straordinaria determinazione e con orgogliosa tenacia nonostante le difficoltà.

Parole, canto e sonorità evocative e visionarie, sono gli strumenti che disegnano paesaggi emotivi all’interno di questo viaggio denso di umanità che vuole essere un doveroso omaggio a tutte quelle donne che, giorno dopo giorno, con amore e forza, continuano a lottare rendendo possibile ciò che, altrimenti, resterebbe solo illusione.

 

 

DONNE CHE CAMBIANO IL MONDO

30 novembre ore 20.30 Sala Roma, Piazza Mercato 2 Valvasone Arzene

Info: biblioteca@valvasonearzene.it

con Aida Talliente ed Elsa Martìn

video animation Giulia Spanghero

fonica Francesco Blasig e Giacomo Bertossi

 

 

“Non temo la morte. Temo il silenzio di fronte all’ingiustizia.

 Sono giovane e desidero vivere.

Ma dico a tutti coloro che vorrebbero farmi del male,

 che sono pronta dove e quando vorrete colpirmi.

 Potrete recidere un fiore

 ma non potrete impedire alla primavera di arrivare”

Malalai Joya

 

Un mondo migliore è possibile grazie alle donne. Questo concetto ha catturato la mente ed il cuore di tutti coloro che sono assetati di giustizia e i cui diritti sono loro negati. Soprattutto per le donne l’idea di un mondo migliore è alla base di tutto: di qualsiasi dimostrazione, qualsiasi campagna, qualsiasi sforzo nel mobilitare le persone, e dato il coinvolgimento e il ruolo giocato dalle donne, s’intuisce che molto probabilmente un mondo migliore ci sarà grazie a loro. Quando le donne narrano le loro storie, producono un’esperienza di guarigione per se stesse e per chi le ascolta. Dire la verità sulle loro vite cambia il mondo. Quando le donne si raccontano, scoprono temi comuni. Imparano che le proprie individuali esperienze di invisibilità, discriminazione, mancanza di riconoscimento e pressioni familiari e sociali sono comuni ad altre donne e non rimangono immobili. Fanno di tutto per migliorare la situazione. Sono nati così i centri anti violenza, le case delle donne ed è stata assicurata l’assistenza legale per porre fine alla violenza di genere. Per maschie e femmine sono state richieste e implementate istruzione, democrazia, riforme sul lavoro, nuovi diritti di famiglia e nuove legislazioni in materia di salute riproduttiva. Non c’è settore dell’umana esistenza in cui le donne non abbiano lavorato e non stiano lavorando affinché le priorità siano pace, giustizia, uguaglianza e libertà per tutti.

A loro è dedicato questo percorso narrativo e musicale che si sviluppa attraverso storie  provenienti da varie parti del mondo. Voci e grida di lotta, di impegno, di memoria, di pazienza, passione, cura e bellezza. Esperienze che si mischiano e vanno a comporre un tessuto sociale più umano e attento, fatto di solidarietà, incontri, scambi e collaborazioni; da quelle delle piantatrici di alberi nel deserto del Tatacoa in Sud America, alla storia di Malalai Joya deputata alla Camera bassa in Afghanistan, alle lettere dal carcere scritte da Nassrim Sotoudeh, l’avvocatessa iraniana che da sempre lotta per i diritti degli oppressi, alle parole di Liliana Segre che ci inchiodano davanti alla storia drammatica della Seconda Guerra Mondiale e all’Europa dei giorni nostri.  E ancora: le voci dalle seminatrici in Ruanda, quelle delle straordinarie combattenti Kurde e l’ultima voce quella di Joumana Haddad poetessa libanese.

Donne che ricostruiscono il mondo con un lavoro incessante, con straordinaria determinazione e con orgogliosa tenacia nonostante le difficoltà.

Parole, canto e sonorità evocative e visionarie, sono gli strumenti che disegnano paesaggi emotivi all’interno di questo viaggio denso di umanità che vuole essere un doveroso omaggio a tutte quelle donne che, giorno dopo giorno, con amore e forza, continuano a lottare rendendo possibile ciò che, altrimenti, resterebbe solo illusione.

 

 

DONNE CHE CAMBIANO IL MONDO

30 novembre ore 20.30 Sala Roma, Piazza Mercato 2 Valvasone Arzene

Info: biblioteca@valvasonearzene.it

con Aida Talliente ed Elsa Martìn

video animation Giulia Spanghero

fonica Francesco Blasig e Giacomo Bertossi

 

 

“Non temo la morte. Temo il silenzio di fronte all’ingiustizia.

 Sono giovane e desidero vivere.

Ma dico a tutti coloro che vorrebbero farmi del male,

 che sono pronta dove e quando vorrete colpirmi.

 Potrete recidere un fiore

 ma non potrete impedire alla primavera di arrivare”

Malalai Joya

 

Un mondo migliore è possibile grazie alle donne. Questo concetto ha catturato la mente ed il cuore di tutti coloro che sono assetati di giustizia e i cui diritti sono loro negati. Soprattutto per le donne l’idea di un mondo migliore è alla base di tutto: di qualsiasi dimostrazione, qualsiasi campagna, qualsiasi sforzo nel mobilitare le persone, e dato il coinvolgimento e il ruolo giocato dalle donne, s’intuisce che molto probabilmente un mondo migliore ci sarà grazie a loro. Quando le donne narrano le loro storie, producono un’esperienza di guarigione per se stesse e per chi le ascolta. Dire la verità sulle loro vite cambia il mondo. Quando le donne si raccontano, scoprono temi comuni. Imparano che le proprie individuali esperienze di invisibilità, discriminazione, mancanza di riconoscimento e pressioni familiari e sociali sono comuni ad altre donne e non rimangono immobili. Fanno di tutto per migliorare la situazione. Sono nati così i centri anti violenza, le case delle donne ed è stata assicurata l’assistenza legale per porre fine alla violenza di genere. Per maschie e femmine sono state richieste e implementate istruzione, democrazia, riforme sul lavoro, nuovi diritti di famiglia e nuove legislazioni in materia di salute riproduttiva. Non c’è settore dell’umana esistenza in cui le donne non abbiano lavorato e non stiano lavorando affinché le priorità siano pace, giustizia, uguaglianza e libertà per tutti.

A loro è dedicato questo percorso narrativo e musicale che si sviluppa attraverso storie  provenienti da varie parti del mondo. Voci e grida di lotta, di impegno, di memoria, di pazienza, passione, cura e bellezza. Esperienze che si mischiano e vanno a comporre un tessuto sociale più umano e attento, fatto di solidarietà, incontri, scambi e collaborazioni; da quelle delle piantatrici di alberi nel deserto del Tatacoa in Sud America, alla storia di Malalai Joya deputata alla Camera bassa in Afghanistan, alle lettere dal carcere scritte da Nassrim Sotoudeh, l’avvocatessa iraniana che da sempre lotta per i diritti degli oppressi, alle parole di Liliana Segre che ci inchiodano davanti alla storia drammatica della Seconda Guerra Mondiale e all’Europa dei giorni nostri.  E ancora: le voci dalle seminatrici in Ruanda, quelle delle straordinarie combattenti Kurde e l’ultima voce quella di Joumana Haddad poetessa libanese.

Donne che ricostruiscono il mondo con un lavoro incessante, con straordinaria determinazione e con orgogliosa tenacia nonostante le difficoltà.

Parole, canto e sonorità evocative e visionarie, sono gli strumenti che disegnano paesaggi emotivi all’interno di questo viaggio denso di umanità che vuole essere un doveroso omaggio a tutte quelle donne che, giorno dopo giorno, con amore e forza, continuano a lottare rendendo possibile ciò che, altrimenti, resterebbe solo illusione.

 

 

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