Macalizi

Macalizi, il dio del massacro

14 aprile ore 21

15 /16 aprile doppia replica ore 19.00 e 21.00

Teatro S. Giorgio (Ud)

info e prenotazioni: bit.ly/macalizi

 

20 aprile ore 21.00

21 aprile doppia replica ore 19.00 e ore 21.00 

Teatro Pasolini Cervignano (Ud)

info e prenotazioni: http://www.teatropasolini.it/calendario/macalizi-il-dio-del-massacro/

 

regia di Fabrizio Arcuri e Rita Maffei

testo di Yasmina Reza

con Aida Talliente, Fabiano Fantini, Rita Maffei, Massimo Somaglino

scene Luigina tusini

fonica Ivan moda 

una produzione CSS Teatro Stabile d’Innovazione del FVG, Mittelfest 2022, Arlef

Le Dieu du carnage è una commedia della drammaturga francese Yasmina Reza del 2006, pubblicata in Italia col titolo Il dio del massacro e resa celebre nel 2011 dal film Carnage, di Roman Polànski .Maçalizi è il titolo friulano della commedia con la regia a quattro mani di Fabrizio Arcuri e Rita Maffei, affidata all’interpretazione di Fabiano Fantini, Rita Maffei, Massimo Somaglino, Aida Talliente. La commedia racconta il confronto/scontro tra due famiglie all’interno di un contesto borghese. Due coppie si ritrovano in un normale salotto per appianare la lite violenta tra i rispettivi figli. Presto, questo incontro riappacificatore si trasforma in uno scontro esplosivo.
La tensione si rispecchia nell’evoluzione delle parole. All’inizio l’italiano maschera, da lingua astratta della convenzione, i sentimenti più autentici e profondi, che emergono via via con il friulano, che finisce così per rivelarsi la lingua degli stati d’animo e istinti più autentici.
Le buone maniere, la tolleranza, il rispetto dei punti di vista, il politically correct, la stessa moralità, lasciano spazio a sentimenti di pancia e decisamente più maligni e spietati, smascherano “il dio del massacro” che può annidarsi dentro ognuno di noi.
Il salotto sarà ricreato, al centro, in una teca/gabbia di vetro: gli spettatori siederanno tutti intorno a osservare la scena, come degli studiosi in un teatro anatomico.

Macalizi

Macalizi, il dio del massacro

14 aprile ore 21

15 /16 aprile doppia replica ore 19.00 e 21.00

Teatro S. Giorgio (Ud)

info e prenotazioni: bit.ly/macalizi

 

20 aprile ore 21.00

21 aprile doppia replica ore 19.00 e ore 21.00 

Teatro Pasolini Cervignano (Ud)

info e prenotazioni: http://www.teatropasolini.it/calendario/macalizi-il-dio-del-massacro/

 

regia di Fabrizio Arcuri e Rita Maffei

testo di Yasmina Reza

con Aida Talliente, Fabiano Fantini, Rita Maffei, Massimo Somaglino

scene Luigina tusini

fonica Ivan moda 

una produzione CSS Teatro Stabile d’Innovazione del FVG, Mittelfest 2022, Arlef

Le Dieu du carnage è una commedia della drammaturga francese Yasmina Reza del 2006, pubblicata in Italia col titolo Il dio del massacro e resa celebre nel 2011 dal film Carnage, di Roman Polànski .Maçalizi è il titolo friulano della commedia con la regia a quattro mani di Fabrizio Arcuri e Rita Maffei, affidata all’interpretazione di Fabiano Fantini, Rita Maffei, Massimo Somaglino, Aida Talliente. La commedia racconta il confronto/scontro tra due famiglie all’interno di un contesto borghese. Due coppie si ritrovano in un normale salotto per appianare la lite violenta tra i rispettivi figli. Presto, questo incontro riappacificatore si trasforma in uno scontro esplosivo.
La tensione si rispecchia nell’evoluzione delle parole. All’inizio l’italiano maschera, da lingua astratta della convenzione, i sentimenti più autentici e profondi, che emergono via via con il friulano, che finisce così per rivelarsi la lingua degli stati d’animo e istinti più autentici.
Le buone maniere, la tolleranza, il rispetto dei punti di vista, il politically correct, la stessa moralità, lasciano spazio a sentimenti di pancia e decisamente più maligni e spietati, smascherano “il dio del massacro” che può annidarsi dentro ognuno di noi.
Il salotto sarà ricreato, al centro, in una teca/gabbia di vetro: gli spettatori siederanno tutti intorno a osservare la scena, come degli studiosi in un teatro anatomico.

ULTIMO MARGINE 1981/2023

conferenze, riflessioni, dibattiti

venerdì 24 marzo ore 19.00, Sala Sosat, via Malpaga 17, Trento

a cura del Direttore Francesco Ghia e del Gruppo redazionale 

 

Un momento d’incontro per parlare dell’ultimo numero cartaceo della rivista fondata nel 1981 dall’Associazione O. Romero. L’evento sarà aperto al pubblico per condividere pensieri su questi 43 anni di lavoro e su altre possibili forme di resistenza socioculturale

ILLDEGARDA DI BINGEN

Conferenza
venerdì 10 marzo ore 20.30, Sala Civica, via Battisti 26, ex chiostro del convento, Aiello del Friuli (Ud) 

info: www.comune.aiellodelfriuli.ud.it

 

relatrice: Professoressa Anna Buliani Gozzi
musica: Trio Yellow Garage
letture: Aida Talliente
organizzazione: Enza Caselotto
a cura di: Ass. Amici del Mondo e Circolo culturale Novarca

 

Una conferenza dedicata alla straordinaria figura di Illdegarda Di Bingen: mistica, santa, filosofa, alchimista, scrittrice, teologa tedesca. Una donna dalle molteplici capacità…

DONNE CHE CAMBIANO IL MONDO

8 marzo ore 20.45 Teatro P.P.Pasolini di Cervignano del Friuli (Ud)

info e prenotazioni: www.euritmica.it

 

con Aida Talliente ed Elsa Martìn

video animation Giulia Spanghero

fonica Francesco Blasig 

 

 

“Non temo la morte. Temo il silenzio di fronte all’ingiustizia.

 Sono giovane e desidero vivere.

Ma dico a tutti coloro che vorrebbero farmi del male,

 che sono pronta dove e quando vorrete colpirmi.

 Potrete recidere un fiore

 ma non potrete impedire alla primavera di arrivare”

Malalai Joya

 

Un mondo migliore è possibile grazie alle donne. Questo concetto ha catturato la mente ed il cuore di tutti coloro che sono assetati di giustizia e i cui diritti sono loro negati. Soprattutto per le donne l’idea di un mondo migliore è alla base di tutto: di qualsiasi dimostrazione, qualsiasi campagna, qualsiasi sforzo nel mobilitare le persone, e dato il coinvolgimento e il ruolo giocato dalle donne, s’intuisce che molto probabilmente un mondo migliore ci sarà grazie a loro. Quando le donne narrano le loro storie, producono un’esperienza di guarigione per se stesse e per chi le ascolta. Dire la verità sulle loro vite cambia il mondo. Quando le donne si raccontano, scoprono temi comuni. Imparano che le proprie individuali esperienze di invisibilità, discriminazione, mancanza di riconoscimento e pressioni familiari e sociali sono comuni ad altre donne e non rimangono immobili. Fanno di tutto per migliorare la situazione. Sono nati così i centri anti violenza, le case delle donne ed è stata assicurata l’assistenza legale per porre fine alla violenza di genere. Per maschie e femmine sono state richieste e implementate istruzione, democrazia, riforme sul lavoro, nuovi diritti di famiglia e nuove legislazioni in materia di salute riproduttiva. Non c’è settore dell’umana esistenza in cui le donne non abbiano lavorato e non stiano lavorando affinché le priorità siano pace, giustizia, uguaglianza e libertà per tutti.

A loro è dedicato questo percorso narrativo e musicale che si sviluppa attraverso storie  provenienti da varie parti del mondo. Voci e grida di lotta, di impegno, di memoria, di pazienza, passione, cura e bellezza. Esperienze che si mischiano e vanno a comporre un tessuto sociale più umano e attento, fatto di solidarietà, incontri, scambi e collaborazioni; da quelle delle piantatrici di alberi nel deserto del Tatacoa in Sud America, alla storia di Malalai Joya deputata alla Camera bassa in Afghanistan, alle lettere dal carcere scritte da Nassrim Sotoudeh, l’avvocatessa iraniana che da sempre lotta per i diritti degli oppressi, alle parole di Liliana Segre che ci inchiodano davanti alla storia drammatica della Seconda Guerra Mondiale e all’Europa dei giorni nostri.  E ancora: le voci dalle seminatrici in Ruanda, quelle delle straordinarie combattenti Kurde e l’ultima voce quella di Joumana Haddad poetessa libanese.

Donne che ricostruiscono il mondo con un lavoro incessante, con straordinaria determinazione e con orgogliosa tenacia nonostante le difficoltà.

Parole, canto e sonorità evocative e visionarie, sono gli strumenti che disegnano paesaggi emotivi all’interno di questo viaggio denso di umanità che vuole essere un doveroso omaggio a tutte quelle donne che, giorno dopo giorno, con amore e forza, continuano a lottare rendendo possibile ciò che, altrimenti, resterebbe solo illusione.

 

 

La Rosa Bianca

 28 febbraio ore 9.00 e ore 11.00 Teatro Palamostre (Ud) 

doppia replica per le scuole – Tig CSS

biglietteria@cssudine.it 

 

di e con  Aida Talliente e Sandro Pivotti

musiche Marco Colonna

disegno luci Luigi Biondi

 

patrocinio: Fondazione Die Weisse Rose Monaco, A.N.P.I. Udine, Comune di Udine, Regione FVG, A.N.E.D. Nazionale, Centro d’Accoglienza E. Balducci Udine, Università degli Studi di Udine, Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione (Udine), Dipartimento di Scienze giuridiche, del Linguaggio, dell’Interpretazione e della Traduzione dell’Università di Trieste, Arci Udine, Pordenone

collaborazione: Libera Udine e Libera Associazione nomi e numeri contro le mafie coordinamento di Udine, Regione autonoma Friuli Venezia Giulia

un ringraziamento al Dottor Umberto Lodovici e al Dottor Paolo Ghezzi

 

 

IL PROGETTO

La “Rosa Bianca” è il nome scelto da un gruppo di studenti universitari di Monaco, che dalla primavera del 1942 all’inverno del 1943, iniziarono e portarono avanti con coraggio, un percorso di resistenza politica contro il regime nazista. Il gruppo di amici e conoscenti, ispirati da “libri proibiti” di straordinari scrittori,organizzarono un’attività sovversiva, scrivendo e divulgando in diverse città della Germania, dei volantini che portavano la voce di una piccola parte del popolo, quello che non poteva tacere davanti alla violazione dei diritti umani e alla negazione della libertà. Il nucleo principale composto da Hans e Sophie Sholl, Alexander Schmorell, Willi Graf, Christoph Probst e il professor  Kurt Huber, venne scoperto nel febbraio del 43. Tutti e sei i componenti furono arrestati, processati e ghigliottinati per alto tradimento. Ma il loro messaggio non si esaurì quell’inverno, fu accolto e portato avanti da altri, anche in seguito alla loro morte.

I membri della Rosa Bianca erano dei ragazzi provenienti da famiglie per lo più borghesi. Famiglie amorevoli che avevano cresciuto i loro figli con alti principi morali ed etici. E’ questa educazione che permette loro di poter distinguere tra il giusto e l’ingiusto e di farsi carico con piena responsabilità delle proprie azioni. Pur vivendo sotto la ferocia della dittatura nazista, questi giovani furono in grado di scegliere da che parte stare donando se stessi, per i diritti di tutti. La loro Resistenza non violenta è uno straordinario esempio di azione politica, che attraverso parole e idee ha generato, per la prima volta, un messaggio universale contemplando la possibilità di un’Europa unita e di una convivenza pacifica tra tutti i popoli portatori di bellezza nella propria diversità. Un messaggio tra i più attuali e contemporanei, che parla di libertà. Libertà così tanto desiderata  da rischiare la propria vita per riaverla.

Il racconto di queste vite, costruito partendo da lettere, pensieri e avvenimenti, vuole essere un omaggio alla voce dei giovani; ai giovani di allora, che attraverso le loro scelte e le loro azioni lasciarono delle tracce e ai giovani di oggi, in costante cammino verso la costruzione di un mondo più giusto, più etico, più umano, un mondo che ancora fatica a trovare strumenti di pace.

Solo le storie degli uomini possono risuonare e cambiare la vita di altri uomini. Raccontare di questi ragazzi ora, significa parlare di qualcosa che va al di là del loro tempo. Il coraggio di ogni generazione è la chiave per lo sviluppo della nostra civiltà. Questo è ciò che deve essere difeso. Come è stato fatto allora, così deve esserlo oggi.

 

 

DONNE CHE CAMBIANO IL MONDO

26 febbraio ore 18 .00, Auditorium di  Talmassons (Ud)

info e prenotazioni: cultura@comune.talmassons.ud.it
biblioteca@comune.talmassons.ud.it
tel: 0432 766020 int.2

 

con Aida Talliente ed Elsa Martìn

video animation Giulia Spanghero

fonica Francesco Blasig e Giacomo Bertossi

 

 

“Non temo la morte. Temo il silenzio di fronte all’ingiustizia.

 Sono giovane e desidero vivere.

Ma dico a tutti coloro che vorrebbero farmi del male,

 che sono pronta dove e quando vorrete colpirmi.

 Potrete recidere un fiore

 ma non potrete impedire alla primavera di arrivare”

Malalai Joya

 

Un mondo migliore è possibile grazie alle donne. Questo concetto ha catturato la mente ed il cuore di tutti coloro che sono assetati di giustizia e i cui diritti sono loro negati. Soprattutto per le donne l’idea di un mondo migliore è alla base di tutto: di qualsiasi dimostrazione, qualsiasi campagna, qualsiasi sforzo nel mobilitare le persone, e dato il coinvolgimento e il ruolo giocato dalle donne, s’intuisce che molto probabilmente un mondo migliore ci sarà grazie a loro. Quando le donne narrano le loro storie, producono un’esperienza di guarigione per se stesse e per chi le ascolta. Dire la verità sulle loro vite cambia il mondo. Quando le donne si raccontano, scoprono temi comuni. Imparano che le proprie individuali esperienze di invisibilità, discriminazione, mancanza di riconoscimento e pressioni familiari e sociali sono comuni ad altre donne e non rimangono immobili. Fanno di tutto per migliorare la situazione. Sono nati così i centri anti violenza, le case delle donne ed è stata assicurata l’assistenza legale per porre fine alla violenza di genere. Per maschie e femmine sono state richieste e implementate istruzione, democrazia, riforme sul lavoro, nuovi diritti di famiglia e nuove legislazioni in materia di salute riproduttiva. Non c’è settore dell’umana esistenza in cui le donne non abbiano lavorato e non stiano lavorando affinché le priorità siano pace, giustizia, uguaglianza e libertà per tutti.

A loro è dedicato questo percorso narrativo e musicale che si sviluppa attraverso storie  provenienti da varie parti del mondo. Voci e grida di lotta, di impegno, di memoria, di pazienza, passione, cura e bellezza. Esperienze che si mischiano e vanno a comporre un tessuto sociale più umano e attento, fatto di solidarietà, incontri, scambi e collaborazioni; da quelle delle piantatrici di alberi nel deserto del Tatacoa in Sud America, alla storia di Malalai Joya deputata alla Camera bassa in Afghanistan, alle lettere dal carcere scritte da Nassrim Sotoudeh, l’avvocatessa iraniana che da sempre lotta per i diritti degli oppressi, alle parole di Liliana Segre che ci inchiodano davanti alla storia drammatica della Seconda Guerra Mondiale e all’Europa dei giorni nostri.  E ancora: le voci dalle seminatrici in Ruanda, quelle delle straordinarie combattenti Kurde e l’ultima voce quella di Joumana Haddad poetessa libanese.

Donne che ricostruiscono il mondo con un lavoro incessante, con straordinaria determinazione e con orgogliosa tenacia nonostante le difficoltà.

Parole, canto e sonorità evocative e visionarie, sono gli strumenti che disegnano paesaggi emotivi all’interno di questo viaggio denso di umanità che vuole essere un doveroso omaggio a tutte quelle donne che, giorno dopo giorno, con amore e forza, continuano a lottare rendendo possibile ciò che, altrimenti, resterebbe solo illusione.

 

 

Maldalsabida

giovedì 23 febbraio ore 20.45 
Teatro Pamostre, Udine
 tavola rotonda ore 17/18 Sala Carmelo Bene

info e prenotazioni: da lun a sab ore 17.30/19.30 biglietteria@cssudine.it / tel: 0432 506925 prevendita su: vivaticket / www.vivaticket.it
Teatri Stabil Furlan

 Aida Talliente: voce, giocattoli e strumenti non convenzionali
Leo Virgili: chitarra, theremin, glockenspiel
Giorgio Pacorig: tastiere Fender Rhodes, synt Korg ms20
Eugenio Dreas: basso
Marco D’Orlando: batteria, percussioni

Il progetto Maldalsabida nasce come ricerca musicale e poetica che parte dal suono della lingua friulana; una lingua capace di essere ruvida e spigolosa così come infinitamente dolce nella sua dimensione più intima. Il percorso traccia paesaggi  sonori contemporanei variegati e mai banali. La potenza delle parole di Federico Tavan, Novella Cantarutti e Leonardo Zanier, si fonde con la musica di un ensemble eclettico e capace di passare dal blues, alla psichedelica e a melodie senza tempo. Un Friuli nuovo, lontano dallo stereotipo dell`”antico mondo rurale” e pronto ad esplodere in un canto anarchico e pieno di bellezza.

 tavola rotonda:  incontro con

Gianpaolo Gri “Margini”
Aida Talliente “Poesia dei luoghi a margine” (note sullo spettacolo)
Giuliana Valentinis “Dialogo”
Carlo Tolazzi “L’infinito confine”

DOPO LA PIOGGIA

DOPO LA PIOGGIA
di e con Aida Talliente e Chiara Benedetti
Giovedì 19, venerdì 20, sabato 21 gennaio ore 21.00 e domenica 22 gennaio ore 16.30
TeatroBasilica – Roma

info e prenotazioni: teatrobasilica.it  / tel. +39 392 97.68.519 / info@teatrobasilica.com

 

Aida Talliente e Chiara Benedetti portano in scena un nuovo suggestivo spettacolo, un lavoro intenso e delicato che parla di legami, di Vita e Morte, di tempo che passa inesorabile: Dopo la pioggia. L’esordio della tournée sarà a Roma, presso il Teatro Basilica, con ben quattro repliche in programma dal 19 al 22 gennaio. In scena le due attrici, nei panni di due sorelle, la cui vita viene raccontata dai corpi, dalle immagini, da atmosfere sonore e voci fuori campo. Un’intelligente prova di acuta ironia che alla fine lascia spazio ad una profonda commozione. Danno forma a questa suggestiva rappresentazione le luci a cura di Luigi Biondi, le fotografie di Danilo De Marco e gli elementi scenici a cura di Federica Rigon, con la direzione tecnica di Iacopo Candela. Una produzione a cura di ariaTeatro, con la partnership di Fattore K.

Dopo la pioggia è la storia di due donne. Due sorelle. Il loro affetto, il loro Amore. Una Vita passata insieme e poi, improvvisamente, la Morte. È la storia di una relazione.
Inizia dalla fine, dalla Morte di una delle due, in una casa (la loro), in una mattina di pioggia. Da quell’istante, come in un sogno, torniamo indietro nel tempo; il tempo della loro giovinezza. Un “passo a due” giocato con gli elementi del film muto, delle voci fuori campo, delle musiche di un tempo, alternando il passato e il presente come fosse il susseguirsi di visioni legate alla memoria, e nel breve spazio che ci è concesso, le osserviamo nel corso della loro esistenza.
Poi, alla fine, qualcosa ci inchioda, ci paralizza e inevitabilmente muove alcune domande: che cosa significa passare una vita insieme? Che cosa accade durante l’assenza, quando l’altro non c’è più? Che cosa resta in quello spazio vuoto, fuori e dentro di sé quando si rimane soli, quando non si ha più un corpo, un luogo, una dimensione a cui tornare e nemmeno un perché?
Infinite possono essere le risposte ma solo un giorno sapremo.
Fuori, intanto, la pioggia smette di cadere.

 

Il viaggio di Dopo la pioggia nasce da «una forte spinta iniziale data dal desiderio di “incontrarci” nelle fasi del lavoro», raccontano le autrici. «Il bisogno più forte era avere del materiale da trattare con leggerezza, con la risata, con l’ironia, senza però tradire mai una poetica che scava nel profondo delle vicende umane». La scelta del soggetto viene da «un’immagine del passato riaffiorata nella mente». Le due donne che hanno ispirato le protagoniste dello spettacolo sono realmente esistite, erano «due sorelle udinesi che fino alla fine dei loro giorni camminavano dondolando a braccetto per le strade della città, vestite con abiti uguali, d’altri tempi, eleganti, luminose, sempre sorridenti». Al riaffiorare di questo ricordo nella mente di Talliente e Benedetti, entrambe udinesi, è riemersa anche la domanda che inevitabilmente si ponevano alla vista delle due sorelle: alla morte di una delle due, cosa ne sarebbe stato dell’altra? La risposta proposta delle autrici è che «chi sopravvive ad una relazione simbiotica dopo la scomparsa dell’altra parte, deve re-imparare da zero a stare con sé».
In questo contesto, «la pioggia è il paesaggio fisico ed emotivo di tutto il lavoro», spiegano ancora Talliente e Benedetti. Solo dopo la morte di una delle due sorelle, il rumore delle gocce viene fatto affievolire e simbolicamente la pioggia lascia spazio ai primi raggi di sole. «Queste visioni servono a raccontare uno stato emotivo. Dal buio alla luce, dal grigio al colore. […] Da una vita insieme, ad una altra vita, da soli ma mai soli», concludono le autrici.
L’augurio che le due artiste friulane vogliono lasciare con questo spettacolo è di riuscire ad imparare a restare sé e con sé anche quando si è a fianco di qualcuno. Nelle parole di Khalil Gibran:
“Amatevi ma non tramutate l’amore in un laccio.
Lasciate che sia un mare in movimento
tra le sponde opposte delle vostre anime.
Colmate a vicenda le vostre coppe
ma non bevete da una sola coppa.
Scambiatevi il pane ma non mangiate un solo pane.
Cantate e danzate insieme e insieme siate felici,
ma permettete ad ognuno di voi di essere solo”.

DOPO LA PIOGGIA

DOPO LA PIOGGIA
di e con Aida Talliente e Chiara Benedetti
Giovedì 19, venerdì 20, sabato 21 gennaio ore 21.00 e domenica 22 gennaio ore 16.30
TeatroBasilica – Roma

info e prenotazioni: teatrobasilica.it  / tel. +39 392 97.68.519 /info@teatrobasilica.com

Aida Talliente e Chiara Benedetti portano in scena un nuovo suggestivo spettacolo, un lavoro intenso e delicato che parla di legami, di Vita e Morte, di tempo che passa inesorabile: Dopo la pioggia. L’esordio della tournée sarà a Roma, presso il Teatro Basilica, con ben quattro repliche in programma dal 19 al 22 gennaio. In scena le due attrici, nei panni di due sorelle, la cui vita viene raccontata dai corpi, dalle immagini, da atmosfere sonore e voci fuori campo. Un’intelligente prova di acuta ironia che alla fine lascia spazio ad una profonda commozione. Danno forma a questa suggestiva rappresentazione le luci a cura di Luigi Biondi, le fotografie di Danilo De Marco e gli elementi scenici a cura di Federica Rigon, con la direzione tecnica di Iacopo Candela. Una produzione a cura di ariaTeatro, con la partnership di Fattore K.

Dopo la pioggia è la storia di due donne. Due sorelle. Il loro affetto, il loro Amore. Una Vita passata insieme e poi, improvvisamente, la Morte. È la storia di una relazione.
Inizia dalla fine, dalla Morte di una delle due, in una casa (la loro), in una mattina di pioggia. Da quell’istante, come in un sogno, torniamo indietro nel tempo; il tempo della loro giovinezza. Un “passo a due” giocato con gli elementi del film muto, delle voci fuori campo, delle musiche di un tempo, alternando il passato e il presente come fosse il susseguirsi di visioni legate alla memoria, e nel breve spazio che ci è concesso, le osserviamo nel corso della loro esistenza.
Poi, alla fine, qualcosa ci inchioda, ci paralizza e inevitabilmente muove alcune domande: che cosa significa passare una vita insieme? Che cosa accade durante l’assenza, quando l’altro non c’è più? Che cosa resta in quello spazio vuoto, fuori e dentro di sé quando si rimane soli, quando non si ha più un corpo, un luogo, una dimensione a cui tornare e nemmeno un perché?
Infinite possono essere le risposte ma solo un giorno sapremo.
Fuori, intanto, la pioggia smette di cadere.

 

Il viaggio di Dopo la pioggia nasce da «una forte spinta iniziale data dal desiderio di “incontrarci” nelle fasi del lavoro», raccontano le autrici. «Il bisogno più forte era avere del materiale da trattare con leggerezza, con la risata, con l’ironia, senza però tradire mai una poetica che scava nel profondo delle vicende umane». La scelta del soggetto viene da «un’immagine del passato riaffiorata nella mente». Le due donne che hanno ispirato le protagoniste dello spettacolo sono realmente esistite, erano «due sorelle udinesi che fino alla fine dei loro giorni camminavano dondolando a braccetto per le strade della città, vestite con abiti uguali, d’altri tempi, eleganti, luminose, sempre sorridenti». Al riaffiorare di questo ricordo nella mente di Talliente e Benedetti, entrambe udinesi, è riemersa anche la domanda che inevitabilmente si ponevano alla vista delle due sorelle: alla morte di una delle due, cosa ne sarebbe stato dell’altra? La risposta proposta delle autrici è che «chi sopravvive ad una relazione simbiotica dopo la scomparsa dell’altra parte, deve re-imparare da zero a stare con sé».
In questo contesto, «la pioggia è il paesaggio fisico ed emotivo di tutto il lavoro», spiegano ancora Talliente e Benedetti. Solo dopo la morte di una delle due sorelle, il rumore delle gocce viene fatto affievolire e simbolicamente la pioggia lascia spazio ai primi raggi di sole. «Queste visioni servono a raccontare uno stato emotivo. Dal buio alla luce, dal grigio al colore. […] Da una vita insieme, ad una altra vita, da soli ma mai soli», concludono le autrici.
L’augurio che le due artiste friulane vogliono lasciare con questo spettacolo è di riuscire ad imparare a restare sé e con sé anche quando si è a fianco di qualcuno. Nelle parole di Khalil Gibran:
“Amatevi ma non tramutate l’amore in un laccio.
Lasciate che sia un mare in movimento
tra le sponde opposte delle vostre anime.
Colmate a vicenda le vostre coppe
ma non bevete da una sola coppa.
Scambiatevi il pane ma non mangiate un solo pane.
Cantate e danzate insieme e insieme siate felici,
ma permettete ad ognuno di voi di essere solo”.

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