IL VANGELO DELLE BEATITUDINI prima residenza

Teatro di Pergine Valsugana (prima residenza artistica)

 

drammaturgia di Aida Talliente

con Aida Talliente

proiezioni analogiche/suono Hybrida

live painting Cosimo Miorelli

disegno luci Luigi Biondi

produzione Aria Teatro – Teatro di Pergine

 

Speranza,

non è una parola.

Non abbiamo che lei.

Facciamola diventare

occhi, mani e rabbia

e vinceremo la paura

 

Leonardo Zanier

 

Inizia il nuovo percorso per arrivare al “Vangelo delle Beatitudini”.

 

 

Lady Sings The Blues (l’autobiografia di Billie Holiday)

LADY SINGS THE BLUES

l’autobiografia di Billie Holiday

 

di e con Aida Talliente

direzione musicale di Simone Serafini

 

la band:

Mirko Cisilino (tromba)

Filippo Orefice (sax tenore/clarinetto)

Stefano De Giorgio (sax baritono)

Maurizio Cepparo (trombone)

Luca Dal Sacco (chitarra)

Francesco De Luisa (piano)

Simone Serafini (contrabbasso)

Alessandro Mansutti (batteria)

 

Una donna. Un gruppo di musicisti seduti accanto a lei. Vecchi microfoni,
vecchi dischi sparsi, sedie accatastate, bicchieri qua e là. Una scritta luminosa che
scende dall’alto: “ON AIR”. Siamo in un luogo intimo: la sala di una vecchia radio
anni ‘50. Dalla penombra e dal silenzio si sente suonare un disco: “Strange Fruit”
e le prime parole confuse di una voce femminile. Una voce roca, rotta. È lei che
parla: la donna. “Il mio più grande sogno è…”, così la donna inizia il suo racconto,
come fosse l’ultima intervista, l’ultimo “canto” della sua vita. E dopo questo
breve inizio è la musica della band a strappare il silenzio e ad accompagnarci nei
sobborghi di Baltimora, nei jazz club di tutta New York, nelle città da una costa
all’altra dell’America e negli anni tormentati delle violenze razziali. È dentro
questo mondo che nasce la voce di Billie Holiday, quella voce che più di ogni altra
è riuscita a raccontare con sincerità ogni sorta di esperienza vissuta. Quella voce
così meravigliosamente umana e piena di franchezza che diventa l’urlo di un cane
randagio, l’urlo dell’amore e della fame, l’urlo di ogni cicatrice che segna il corpo e
il cuore, l’urlo delle tante strade percorse. Urlo e Canto divisi da una linea molto
sottile, ed è dentro questa linea che nasce fragile e bellissimo il suo blues.

 

Sguardi critici
Teatro-canzone o recital con sound. È difficile, e forse superfluo, imbrigliare in
una categoria l’originalità dello spettacolo “The lady sings the blues”, che unisce il
monologo spezzato di Aida Talliente, sempre strepitosa, e il blues live di una band
affiatatissima di otto strumentisti, guidati da Simone Serafini.
Ma un collante c’è in questo scivolare tra loro della parola che racconta e del
tappeto sonoro che le fa eco. Ed è l’omaggio a distanza, a suo modo straniato,
che dei giovani artisti bianchi del Duemila tributano alla vita e al prodigio di
una regina statunitense del canto “nero”. Billie Holiday, cioè, e Lady Day per
definizione che, nata a Baltimora nel 1915, riscattò nell’arte di una voce venata di
straziato silenzio il disastro di un’esistenza infelice, ritmata da violenze, miseria,
burrasche sentimentali e dissipazione da stupefacenti, fino al capolinea di un
precoce congedo dal mondo a 44 anni. Ed è dunque dalla sua tribolazione che
tutto sembra scaturire, in una scena che mima l’oscurità da Night-Club anni Trenta, tra lampadine accese, trovarobato alla rinfusa per la band e aria fumosa
da immaginare. Di lato, appollaiata su un trespolo, la bocca quasi a baciare il
microfono, i capelli ingentiliti dall’immancabile gardenia bianca, l’attrice nerovestita
ripercorre e a tratti impersona le tappe di una via crucis personale, ma
via via allargata a metafora della sofferenza secolare di tutto un popolo, schiavo
di fatto anche dopo essere stato liberato per legge. E perciò qui si chiude con
le parole di Strange fruit, la “Marsigliese nera” con cui la Lady del blues uscì dai
temi dell’amore e della fame e prestò l’urgenza del suo canto alla denuncia di un
dolore non più solo suo. Applausi scroscianti dalla folta platea, mentre si pensa
che intanto in Georgia un dead man di colore, forse innocente, sta per essere
giustiziato. \ Angela Felice

 

biglietti: http://www.teatrodipergine.it/biglietteria

come arrivare: http://www.teatrodipergine.it/dove-siamo

 

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IO NON HO MANI CHE MI ACCAREZZINO IL VISO

18 febbraio 2018

ore 16.00 e in replica ore 21.00 

Teatro BINARIO 7 – Monza

 

Drammaturgia Francesca Macrì, Andrea Trapani, Aida Talliente

Regia Francesca Macrì

Con Aida Talliente, Andrea Trapani

Costruzione delle scene Teatro della Tosse

Luci Gianni Staropoli

Suono Umberto Fiore

Aiuto regia Massimiliano Chinelli 

Produzione Teatro dell’Elfo, Fattore K, Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse

In collaborazione con Armunia, La Città del Teatro di Cascina, La Corte Ospitale, Cie TwainResidenze, Teatri di Vetro

Foto © Andrea Trapani

video promo: https://www.youtube.com/watch?v=VibjzJFiPVE

 

Nata dall’incontro tra l’attore e autore Andrea Trapani e la drammaturga e regista Francesca Macrì, la compagnia Biancofango sviluppa, nel corso di più di dieci anni d’attività, una ricerca nel segno della nuova drammaturgia e delle nuove forme di scrittura scenica. Da In punta di piedi a Porco mondo, il duo si è fatto conoscere per le sue fini capacità narrative e per aver trovato un punto d’equilibrio tra corpo e testo, tra scrittura e attorialità. Io non ho mani che mi accarezzino il viso (titolo che la compagnia ‘ruba con amore’ a una poesia di David Maria Turoldo e a una sequenza di fotografie di Mario Giacomelli, per definire una cornice, un perimetro più che un reale contenuto) nasce da una domanda posta ai due attori che abitano la scena (Aida Talliente e lo stesso Trapani): «Qual è il personaggio della letteratura teatrale la cui fragilità sembra riguardarti? Le cui parole potresti dire anche tu, in quanto persona e non in quanto attore?». Santa Giovanna dei Macelli di Brecht, Woyzeck di Büchner, in risposta a questo iniziale quesito, animano uno spettacolo dal gusto pirandelliano in cui personaggi, attori e persone si sovrappongono senza continuità di causa. Due solitudini che si incontrano, due fragilità poste in un dialogo immaginario ma sempre in bilico tra realtà e finzione. Fino a non sapere più dove finisca il teatro e inizi la vita.

 

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IO NON HO MANI CHE MI ACCAREZZINO IL VISO

17 febbraio 2018

ore 21.00

Teatro BINARIO 7 – Monza

 

Drammaturgia Francesca Macrì, Andrea Trapani, Aida Talliente

Regia Francesca Macrì

Con Aida Talliente, Andrea Trapani

Costruzione delle scene Teatro della Tosse

Luci Gianni Staropoli

Suono Umberto Fiore

Aiuto regia Massimiliano Chinelli 

Produzione Teatro dell’Elfo, Fattore K, Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse

In collaborazione con Armunia, La Città del Teatro di Cascina, La Corte Ospitale, Cie TwainResidenze, Teatri di Vetro

Foto © Andrea Trapani

Video promo: https://www.youtube.com/watch?v=VibjzJFiPVE

 

Io non ho mani che mi accarezzino il viso (titolo che la compagnia ‘ruba con amore’ a una poesia di David Maria Turoldo e a una sequenza di fotografie di Mario Giacomelli, per definire una cornice, un perimetro più che un reale contenuto) nasce da una domanda posta ai due attori che abitano la scena (Aida Talliente e Andrea Trapani): «Qual è il personaggio della letteratura teatrale la cui fragilità sembra riguardarti? Le cui parole potresti dire anche tu, in quanto persona e non in quanto attore?». Santa Giovanna dei Macelli di Brecht, Woyzeck di Büchner, in risposta a questo iniziale quesito, animano uno spettacolo dal gusto pirandelliano in cui personaggi, attori e persone si sovrappongono senza continuità di causa. Due solitudini che si incontrano, due fragilità poste in un dialogo immaginario ma sempre in bilico tra realtà e finzione. Fino a non sapere più dove finisca il teatro e inizi la vita.

 

info e biglietti: https://teatro.binario7.org/events/io-non-ho-mani-che-mi-accarezzino-il-viso

 

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IO NON HO MANI CHE MI ACCAREZZINO IL VISO

Per la KRONOSTAGIONE di Kronoteatro

allo SPAZIO BRUNO di Albenga

16 febbraio 2018 ore 21.oo

 

 

IO NON HO MANI CHE MI ACCAREZZINO IL VISO

Drammaturgia Francesca Macrì, Andrea Trapani, Aida Talliente

Regia Francesca Macrì

Con Aida Talliente, Andrea Trapani

Costruzione delle scene Teatro della Tosse

Luci Gianni Staropoli

Suono Umberto Fiore

Aiuto regia Massimiliano Chinelli 

Produzione Teatro dell’Elfo, Fattore K, Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse

In collaborazione con Armunia, La Città del Teatro di Cascina, La Corte Ospitale, Cie TwainResidenze, Teatri di Vetro

Foto © Andrea Trapani

video promo: https://www.youtube.com/watch?v=VibjzJFiPVE

 

Io non ho mani che mi accarezzino il viso (titolo che la compagnia ‘ruba con amore’ a una poesia di David Maria Turoldo e a una sequenza di fotografie di Mario Giacomelli, per definire una cornice, un perimetro più che un reale contenuto) nasce da una domanda posta ai due attori che abitano la scena (Aida Talliente e Andrea Trapani): «Qual è il personaggio della letteratura teatrale la cui fragilità sembra riguardarti? Le cui parole potresti dire anche tu, in quanto persona e non in quanto attore?». Santa Giovanna dei Macelli di Brecht, Woyzeck di Büchner, Arkadina di ?echov, in risposta a questo iniziale quesito, animano uno spettacolo dal gusto pirandelliano in cui personaggi, attori e persone si sovrappongono senza continuità di causa. Tre solitudini che si incontrano, tre fragilità poste in un dialogo immaginario ma sempre in bilico tra realtà e finzione. Fino a non sapere più dove finisca il teatro e inizi la vita.

 

biglietti e informazioni: 0182_630528 / 380_3895473  info@kronoteatro.it / www.kronostagione.it

Pagina Facebook – Kronostagione Terreni Creativi Albenga

Mai più senza lottare

 

Comune di Pasian di Prato

Commissione Pari Opportunità

 

“MAI PIU’ SENZA LOTTARE…”

Sabato 10 Febbraio 2018 alle ore 11:00

presso la Sala Consiliare del Comune di Pasian di Prato

in via Bonanni

 

per presentare

Lo Sportello “SOS DONNA”

 

Intervengono:

Caterina Gravina – Presidente della Commissione Pari Opportunità di Pasian di Prato

Aida Talliente – Attrice, testimonial dell’evento

Erica Cossettini – Psicologa e Psicoterapeuta dello Sportello

Juli Peressini – Assessore alle Pari Opportunità di Pasian di Prato

 

 

Nel corso dell’incontro verrà presentato lo Sportello SOS DONNA, come è nato, la sua funzione e i dati aggiornati sino ad oggi.

 

Parte dei contenuti della conferenza stampa sono scaricabili dall’area del sito del Comune di Pasian di Prato all’indirizzo http://www.pasian.fvg.it/sosdonna/index.htm

 

 

SOSPIRO D’ANIMA (la storia di Rosa)

sabato 27 gennaio GIORNATA DELLA MEMORIA

ore 21.00

TEATRO PORTLAND – Trento

di e con Aida Talliente

musiche eseguite dal vivo David Cej

disegno luci Luigi Biondi

 

primo premio Voci di Fonte 2010 Parma

menzione Premio Fersen per la drammaturgia 2010

premio speciale Museo Cervi 2011 Reggio Emilia

premio A. Landieri come miglio spettacolo 2011 Napoli

Premio Fringe festival 2011 Napoli

 

I loro visi avranno fisionomie nuove…

avranno qualcosa di nuovo che tiene

in sé luminose e comuni possibilità per l’avvenire,

quasi il sole di un’immensa Pasqua.

Saranno come inebriati di futuro…e di morte.

Quest’ansia di fraternità si chiamerà: Resistenza.

Sappiamo che occhi avrà

chi vivrà quell’esperienza comune

rigeneratrice del futuro: occhi minacciosi

di operaio o esaltati di intellettuale.

E tutto ciò avrà anche il nome di Speranza.

 P.P.Pasolini

 

SOSPIRO D’ANIMA

Un cerchio di pietre illuminato da piccoli lumi. Un albero bianco, scarno. Scatole, cassetti, vecchi oggetti accatastati su cui siede una donna “anziana”. Appena fuori dal cerchio, un ragazzo, forse un “angelo”, suona una fisarmonica. La donna si muove in questo luogo fatto di poveri oggetti, raccontando la sua storia. Lo fa come fosse un saluto, l’ultimo saluto prima di “andarsene”. Nel corso del racconto, il piccolo cerchio di pietre diventa un luogo di passaggio tra la vita e la morte, diventa una “mappa della memoria” su cui lei lascia le proprie orme, le proprie tracce. La musica l’accompagna. Una musica che diventa anche il canto di un’anima piena di cose…

Così inizia questo breve viaggio dedicato a Rosa Cantoni, Rosina per chi l’ha amata, o “Giulia” per chi l’ha conosciuta come protagonista della Resistenza friulana. Nato dopo un lungo ed intenso periodo di incontri con Rosina, lo spettacolo è un attraversamento lento e discreto dei suoi ricordi, delle sue vecchie fotografie e delle sue poesie. E’ il racconto prezioso di una vita straordinaria, vissuta con forza, coraggio e soprattutto amore; amore per la vita, per il mondo, per le future generazioni a cui Rosina sempre ha parlato.

Così desidero ricordarla. Così desidero tenerla viva e più presente che mai nella mia storia e nella storia dei nostri giorni, purtroppo destinati a perdere tutte quelle voci che in passato hanno tanto lottato per cambiare il mondo.

Aida Talliente

 

Rosa Cantoni era una delle più anziane partigiane della città di Udine. Durante la seconda guerra mondiale è stata protagonista nella lotta della Resistenza e poi deportata al campo di sterminio di Ravensbruk nel ’45. Ascoltando le sue parole e le sue testimonianze, si diventa silenziosi spettatori di tutto ciò che si è consumato nel corso del tormentato  ‘900.

Rosa muore il 28 gennaio del 2009, durante la costruzione dello spettacolo. A lei è dedicato questo  viaggio.

 

informazioni e biglietti

 

 

WORKSHOP LE GEOGRAFIE DEL CORPO

In occasione dello spettacolo SOSPIRO D’ANIMA (la storia di Rosa) Aida Talliente propone un workshop per un gruppo limitato di persone:

“LE GEOGRAFIE DEL CORPO”

27 e 28 gennaio 2018

Trento – Teatro Portland

 

Il nostro corpo come una mappa infinita di possibilità da esplorare ed analizzare insieme. Lo studio sul movimento e l’azione attraverso un training individuale e collettivo indirizzato a cercare un ascolto più attento dello “stare” e “abitare” uno spazio scenico. L’intento del lavoro e’ quello di studiare e attraversare insieme le molteplici dinamiche del corpo in relazione alla propria chinesfera, allo spazio esterno e agli altri. Indagare le radici del movimento: gli impulsi, le spinte, i freni, il peso, l’ampiezza, la velocità, per poter trovare una consapevolezza maggiore. Il corpo dunque, come strumento che attraverso l’azione è il movimento vive un’esperienza psichica, fisica ed emotiva.

Orario: Sabato 27/1 dalle 10.00 alle 13.00; Domenica 28/1 dalle 10.00 alle 18.00 (con un’ora di pausa pranzo); Totale 10 ore di lavoro.

informazioni ed iscrizioni

SOSPIRO D’ANIMA (la storia di Rosa)

Teatro Portland – Trento, ore 21.00

di e con Aida Talliente

musiche eseguite dal vivo David Cej

disegno luci Luigi Biondi

 

primo premio Voci di Fonte 2010 Parma

menzione Premio Fersen per la drammaturgia 2010

premio speciale Museo Cervi 2011 Reggio Emilia

premio A. Landieri come miglio spettacolo 2011 Napoli

Premio Fringe festival 2011 Napoli

 

I loro visi avranno fisionomie nuove…

avranno qualcosa di nuovo che tiene

in sé luminose e comuni possibilità per l’avvenire,

quasi il sole di un’immensa Pasqua.

Saranno come inebriati di futuro…e di morte.

Quest’ansia di fraternità si chiamerà: Resistenza.

Sappiamo che occhi avrà

chi vivrà quell’esperienza comune

rigeneratrice del futuro: occhi minacciosi

di operaio o esaltati di intellettuale.

E tutto ciò avrà anche il nome di Speranza.

 P.P.Pasolini

 

SOSPIRO D’ANIMA

Un cerchio di pietre illuminato da piccoli lumi. Un albero bianco, scarno. Scatole, cassetti, vecchi oggetti accatastati su cui siede una donna “anziana”. Appena fuori dal cerchio, un ragazzo, forse un “angelo”, suona una fisarmonica. La donna si muove in questo luogo fatto di poveri oggetti, raccontando la sua storia. Lo fa come fosse un saluto, l’ultimo saluto prima di “andarsene”. Nel corso del racconto, il piccolo cerchio di pietre diventa un luogo di passaggio tra la vita e la morte, diventa una “mappa della memoria” su cui lei lascia le proprie orme, le proprie tracce. La musica l’accompagna. Una musica che diventa anche il canto di un’anima piena di cose…

Così inizia questo breve viaggio dedicato a Rosa Cantoni, Rosina per chi l’ha amata, o “Giulia” per chi l’ha conosciuta come protagonista della Resistenza friulana. Nato dopo un lungo ed intenso periodo di incontri con Rosina, lo spettacolo è un attraversamento lento e discreto dei suoi ricordi, delle sue vecchie fotografie e delle sue poesie. E’ il racconto prezioso di una vita straordinaria, vissuta con forza, coraggio e soprattutto amore; amore per la vita, per il mondo, per le future generazioni a cui Rosina sempre ha parlato.

Così desidero ricordarla. Così desidero tenerla viva e più presente che mai nella mia storia e nella storia dei nostri giorni, purtroppo destinati a perdere tutte quelle voci che in passato hanno tanto lottato per cambiare il mondo.

Aida Talliente

 

Rosa Cantoni era una delle più anziane partigiane della città di Udine. Durante la seconda guerra mondiale è stata protagonista nella lotta della Resistenza e poi deportata al campo di sterminio di Ravensbruk nel ’45. Ascoltando le sue parole e le sue testimonianze, si diventa silenziosi spettatori di tutto ciò che si è consumato nel corso del tormentato  ‘900.

Rosa muore il 28 gennaio del 2009, durante la costruzione dello spettacolo. A lei è dedicato questo  viaggio.

 

informazioni e biglietti

 

 

BOATI DI SILENZIO echi di una Caporetto celata

TEATRO COMUNALE LUIGI CANDONI – Tolmezzo ore 20.45

direzione d’orchestra – Fabrizio Fontanot

con

Aida Talliente – voce

Giovanni Martinuzzi ed Elisa Borlini – danza aerea

Elisabetta Castellani, Sara Dominici, Renata Maschietti, Rachele Rognoni – testi

Ass. musicale e culturale “ARMONIE” – produzione

 

Il tema trattato nello spettacolo Boati di silenzio- Echi di una Caporetto celata, è quello della Grande Guerra combattuta dai civili che hanno sperimentato l’invasione e in particolare di quelle persone che hanno vissuto questa drammatica esperienza nella quasi totale impotenza: le donne e i bambini.

La costruzione del progetto e dello spettacolo sono il frutto di un’approfondita ricerca documentale focalizzata in modo particolare su ciò che la Grande Guerra ha causato alle donne friulane. La volontà di trattare questo tema nasce dall’opinione che non siano stati sufficientemente messi in risalto né rappresentati gli aspetti della Ritirata di Caporetto nel vissuto dei civili, e nasce soprattutto dalla convinzione che la narrazione relativa a questi aspetti sia oggi di manifesta attualità, se confrontata con quanto stanno vivendo i popoli attualmente vittime di guerre a noi vicine geograficamente. I vecchi campi di battaglia sulle Alpi e sulla pianura friulana e isontina creano continui rimandi alla situazione della popolazione civile nei conflitti tra Israele e il mondo arabo, assieme agli scenari siriano, iracheno, afghano, libico degli ultimi anni e soprattutto agli episodi salienti delle recenti sfide lanciate dal “Califfato”.

C’è un’altra Grande Guerra, per lo più sconosciuta, che per decenni è rimasta esclusa da ogni narrazione. Una Grande Guerra sulla quale, al tacere delle armi, è calato un assordante silenzio solo da poco interrotto grazie alla bravura e persino al coraggio di alcuni storici. E’ la guerra di chi non ha da raccontare nulla di epico, nessun assalto alla baionetta, nessuna pallottola schivata, nessuna bomba da cui ripararsi. E’ la guerra di chi si vergogna e non affida i propri ricordi nemmeno ai parenti più stretti. E’ la guerra, ad esempio, di quei veneti e friulani che videro dopo Caporetto le proprie terre calpestate dal nemico. […] quella dei civili, quella degli abitanti di questa vasta porzione di nordest occupato. La storia di chi resta e la storia di chi fugge. Restano all’inferno circa un milione di persone.

 

 

info: www.associazionearmonie.it

recensione della prima

 

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