IO NON HO MANI CHE MI ACCAREZZINO IL VISO

Per la KRONOSTAGIONE di Kronoteatro

allo SPAZIO BRUNO di Albenga

16 febbraio 2018 ore 21.oo

 

 

IO NON HO MANI CHE MI ACCAREZZINO IL VISO

Drammaturgia Francesca Macrì, Andrea Trapani, Aida Talliente

Regia Francesca Macrì

Con Aida Talliente, Andrea Trapani

Costruzione delle scene Teatro della Tosse

Luci Gianni Staropoli

Suono Umberto Fiore

Aiuto regia Massimiliano Chinelli 

Produzione Teatro dell’Elfo, Fattore K, Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse

In collaborazione con Armunia, La Città del Teatro di Cascina, La Corte Ospitale, Cie TwainResidenze, Teatri di Vetro

Foto © Andrea Trapani

video promo: https://www.youtube.com/watch?v=VibjzJFiPVE

 

Io non ho mani che mi accarezzino il viso (titolo che la compagnia ‘ruba con amore’ a una poesia di David Maria Turoldo e a una sequenza di fotografie di Mario Giacomelli, per definire una cornice, un perimetro più che un reale contenuto) nasce da una domanda posta ai due attori che abitano la scena (Aida Talliente e Andrea Trapani): «Qual è il personaggio della letteratura teatrale la cui fragilità sembra riguardarti? Le cui parole potresti dire anche tu, in quanto persona e non in quanto attore?». Santa Giovanna dei Macelli di Brecht, Woyzeck di Büchner, Arkadina di ?echov, in risposta a questo iniziale quesito, animano uno spettacolo dal gusto pirandelliano in cui personaggi, attori e persone si sovrappongono senza continuità di causa. Tre solitudini che si incontrano, tre fragilità poste in un dialogo immaginario ma sempre in bilico tra realtà e finzione. Fino a non sapere più dove finisca il teatro e inizi la vita.

 

biglietti e informazioni: 0182_630528 / 380_3895473  info@kronoteatro.it / www.kronostagione.it

Pagina Facebook – Kronostagione Terreni Creativi Albenga

SOSPIRO D’ANIMA (la storia di Rosa)

sabato 27 gennaio GIORNATA DELLA MEMORIA

ore 21.00

TEATRO PORTLAND – Trento

di e con Aida Talliente

musiche eseguite dal vivo David Cej

disegno luci Luigi Biondi

 

primo premio Voci di Fonte 2010 Parma

menzione Premio Fersen per la drammaturgia 2010

premio speciale Museo Cervi 2011 Reggio Emilia

premio A. Landieri come miglio spettacolo 2011 Napoli

Premio Fringe festival 2011 Napoli

 

I loro visi avranno fisionomie nuove…

avranno qualcosa di nuovo che tiene

in sé luminose e comuni possibilità per l’avvenire,

quasi il sole di un’immensa Pasqua.

Saranno come inebriati di futuro…e di morte.

Quest’ansia di fraternità si chiamerà: Resistenza.

Sappiamo che occhi avrà

chi vivrà quell’esperienza comune

rigeneratrice del futuro: occhi minacciosi

di operaio o esaltati di intellettuale.

E tutto ciò avrà anche il nome di Speranza.

 P.P.Pasolini

 

SOSPIRO D’ANIMA

Un cerchio di pietre illuminato da piccoli lumi. Un albero bianco, scarno. Scatole, cassetti, vecchi oggetti accatastati su cui siede una donna “anziana”. Appena fuori dal cerchio, un ragazzo, forse un “angelo”, suona una fisarmonica. La donna si muove in questo luogo fatto di poveri oggetti, raccontando la sua storia. Lo fa come fosse un saluto, l’ultimo saluto prima di “andarsene”. Nel corso del racconto, il piccolo cerchio di pietre diventa un luogo di passaggio tra la vita e la morte, diventa una “mappa della memoria” su cui lei lascia le proprie orme, le proprie tracce. La musica l’accompagna. Una musica che diventa anche il canto di un’anima piena di cose…

Così inizia questo breve viaggio dedicato a Rosa Cantoni, Rosina per chi l’ha amata, o “Giulia” per chi l’ha conosciuta come protagonista della Resistenza friulana. Nato dopo un lungo ed intenso periodo di incontri con Rosina, lo spettacolo è un attraversamento lento e discreto dei suoi ricordi, delle sue vecchie fotografie e delle sue poesie. E’ il racconto prezioso di una vita straordinaria, vissuta con forza, coraggio e soprattutto amore; amore per la vita, per il mondo, per le future generazioni a cui Rosina sempre ha parlato.

Così desidero ricordarla. Così desidero tenerla viva e più presente che mai nella mia storia e nella storia dei nostri giorni, purtroppo destinati a perdere tutte quelle voci che in passato hanno tanto lottato per cambiare il mondo.

Aida Talliente

 

Rosa Cantoni era una delle più anziane partigiane della città di Udine. Durante la seconda guerra mondiale è stata protagonista nella lotta della Resistenza e poi deportata al campo di sterminio di Ravensbruk nel ’45. Ascoltando le sue parole e le sue testimonianze, si diventa silenziosi spettatori di tutto ciò che si è consumato nel corso del tormentato  ‘900.

Rosa muore il 28 gennaio del 2009, durante la costruzione dello spettacolo. A lei è dedicato questo  viaggio.

 

informazioni e biglietti

 

 

SOSPIRO D’ANIMA (la storia di Rosa)

Teatro Portland – Trento, ore 21.00

di e con Aida Talliente

musiche eseguite dal vivo David Cej

disegno luci Luigi Biondi

 

primo premio Voci di Fonte 2010 Parma

menzione Premio Fersen per la drammaturgia 2010

premio speciale Museo Cervi 2011 Reggio Emilia

premio A. Landieri come miglio spettacolo 2011 Napoli

Premio Fringe festival 2011 Napoli

 

I loro visi avranno fisionomie nuove…

avranno qualcosa di nuovo che tiene

in sé luminose e comuni possibilità per l’avvenire,

quasi il sole di un’immensa Pasqua.

Saranno come inebriati di futuro…e di morte.

Quest’ansia di fraternità si chiamerà: Resistenza.

Sappiamo che occhi avrà

chi vivrà quell’esperienza comune

rigeneratrice del futuro: occhi minacciosi

di operaio o esaltati di intellettuale.

E tutto ciò avrà anche il nome di Speranza.

 P.P.Pasolini

 

SOSPIRO D’ANIMA

Un cerchio di pietre illuminato da piccoli lumi. Un albero bianco, scarno. Scatole, cassetti, vecchi oggetti accatastati su cui siede una donna “anziana”. Appena fuori dal cerchio, un ragazzo, forse un “angelo”, suona una fisarmonica. La donna si muove in questo luogo fatto di poveri oggetti, raccontando la sua storia. Lo fa come fosse un saluto, l’ultimo saluto prima di “andarsene”. Nel corso del racconto, il piccolo cerchio di pietre diventa un luogo di passaggio tra la vita e la morte, diventa una “mappa della memoria” su cui lei lascia le proprie orme, le proprie tracce. La musica l’accompagna. Una musica che diventa anche il canto di un’anima piena di cose…

Così inizia questo breve viaggio dedicato a Rosa Cantoni, Rosina per chi l’ha amata, o “Giulia” per chi l’ha conosciuta come protagonista della Resistenza friulana. Nato dopo un lungo ed intenso periodo di incontri con Rosina, lo spettacolo è un attraversamento lento e discreto dei suoi ricordi, delle sue vecchie fotografie e delle sue poesie. E’ il racconto prezioso di una vita straordinaria, vissuta con forza, coraggio e soprattutto amore; amore per la vita, per il mondo, per le future generazioni a cui Rosina sempre ha parlato.

Così desidero ricordarla. Così desidero tenerla viva e più presente che mai nella mia storia e nella storia dei nostri giorni, purtroppo destinati a perdere tutte quelle voci che in passato hanno tanto lottato per cambiare il mondo.

Aida Talliente

 

Rosa Cantoni era una delle più anziane partigiane della città di Udine. Durante la seconda guerra mondiale è stata protagonista nella lotta della Resistenza e poi deportata al campo di sterminio di Ravensbruk nel ’45. Ascoltando le sue parole e le sue testimonianze, si diventa silenziosi spettatori di tutto ciò che si è consumato nel corso del tormentato  ‘900.

Rosa muore il 28 gennaio del 2009, durante la costruzione dello spettacolo. A lei è dedicato questo  viaggio.

 

informazioni e biglietti

 

 

BOATI DI SILENZIO echi di una Caporetto celata

TEATRO COMUNALE LUIGI CANDONI – Tolmezzo ore 20.45

direzione d’orchestra – Fabrizio Fontanot

con

Aida Talliente – voce

Giovanni Martinuzzi ed Elisa Borlini – danza aerea

Elisabetta Castellani, Sara Dominici, Renata Maschietti, Rachele Rognoni – testi

Ass. musicale e culturale “ARMONIE” – produzione

 

Il tema trattato nello spettacolo Boati di silenzio- Echi di una Caporetto celata, è quello della Grande Guerra combattuta dai civili che hanno sperimentato l’invasione e in particolare di quelle persone che hanno vissuto questa drammatica esperienza nella quasi totale impotenza: le donne e i bambini.

La costruzione del progetto e dello spettacolo sono il frutto di un’approfondita ricerca documentale focalizzata in modo particolare su ciò che la Grande Guerra ha causato alle donne friulane. La volontà di trattare questo tema nasce dall’opinione che non siano stati sufficientemente messi in risalto né rappresentati gli aspetti della Ritirata di Caporetto nel vissuto dei civili, e nasce soprattutto dalla convinzione che la narrazione relativa a questi aspetti sia oggi di manifesta attualità, se confrontata con quanto stanno vivendo i popoli attualmente vittime di guerre a noi vicine geograficamente. I vecchi campi di battaglia sulle Alpi e sulla pianura friulana e isontina creano continui rimandi alla situazione della popolazione civile nei conflitti tra Israele e il mondo arabo, assieme agli scenari siriano, iracheno, afghano, libico degli ultimi anni e soprattutto agli episodi salienti delle recenti sfide lanciate dal “Califfato”.

C’è un’altra Grande Guerra, per lo più sconosciuta, che per decenni è rimasta esclusa da ogni narrazione. Una Grande Guerra sulla quale, al tacere delle armi, è calato un assordante silenzio solo da poco interrotto grazie alla bravura e persino al coraggio di alcuni storici. E’ la guerra di chi non ha da raccontare nulla di epico, nessun assalto alla baionetta, nessuna pallottola schivata, nessuna bomba da cui ripararsi. E’ la guerra di chi si vergogna e non affida i propri ricordi nemmeno ai parenti più stretti. E’ la guerra, ad esempio, di quei veneti e friulani che videro dopo Caporetto le proprie terre calpestate dal nemico. […] quella dei civili, quella degli abitanti di questa vasta porzione di nordest occupato. La storia di chi resta e la storia di chi fugge. Restano all’inferno circa un milione di persone.

 

 

info: www.associazionearmonie.it

recensione della prima

 

LENGAS DAI FRUS DI SERA

Per la rassegna 

LENGAS DAI FRUS DI SERA

voci Andrea Collavino e Aida Talliente
musiche dal vivo Daniele di Bonaventura
drammaturgia e regia Andrea Collavino

produzione Mittelfest 2012 e Associazione Variabile, Udine

Una sezione tra le più vibranti della raccolta di poesie La Meglio Gioventù, scritta tra il 1944 e il 1949 e poi rivista nella sua “nuova forma” nel 1974, interpretata dalle voci di Aida Talliente e Andrea Collavino sulle note del bandoneón di Daniele di Bonaventura.
Sono due visioni della terra friulana e del mondo che si differenziano per età, esperienza e soprattutto per la lontananza dai luoghi, come nel caso di Suite Furlana o di Dansa di Narcis.
La dignitosa miseria, la gioia pura di quelle giovani e di quei giovani che Pasolini cita, prima con amicizia e poi con nostalgia, vi emergono con tutta la loro forza. Lo spettacolo è un concerto, nel senso ampio del termine, un incontro tra noi, la musica straordinaria di Daniele di Bonaventura, le parole di Pasolini.
Una suite. Suite furlana appunto, divisa in tempi, o movimenti, con un preludio, che corrisponde all’inverno, poi la primavera, l’estate, l’autunno e che si chiude con un nuovo inverno – morte – resurrezione.

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