DONNE CHE CAMBIANO IL MONDO

08/03/2023 20:45 - 21:45
Teatro Pasolini
Address: Cervignano (Ud)

8 marzo ore 20.45 Teatro P.P.Pasolini di Cervignano del Friuli (Ud)

info e prenotazioni: www.euritmica.it

 

con Aida Talliente ed Elsa Martìn

video animation Giulia Spanghero

fonica Francesco Blasig 

 

 

“Non temo la morte. Temo il silenzio di fronte all’ingiustizia.

 Sono giovane e desidero vivere.

Ma dico a tutti coloro che vorrebbero farmi del male,

 che sono pronta dove e quando vorrete colpirmi.

 Potrete recidere un fiore

 ma non potrete impedire alla primavera di arrivare”

Malalai Joya

 

Un mondo migliore è possibile grazie alle donne. Questo concetto ha catturato la mente ed il cuore di tutti coloro che sono assetati di giustizia e i cui diritti sono loro negati. Soprattutto per le donne l’idea di un mondo migliore è alla base di tutto: di qualsiasi dimostrazione, qualsiasi campagna, qualsiasi sforzo nel mobilitare le persone, e dato il coinvolgimento e il ruolo giocato dalle donne, s’intuisce che molto probabilmente un mondo migliore ci sarà grazie a loro. Quando le donne narrano le loro storie, producono un’esperienza di guarigione per se stesse e per chi le ascolta. Dire la verità sulle loro vite cambia il mondo. Quando le donne si raccontano, scoprono temi comuni. Imparano che le proprie individuali esperienze di invisibilità, discriminazione, mancanza di riconoscimento e pressioni familiari e sociali sono comuni ad altre donne e non rimangono immobili. Fanno di tutto per migliorare la situazione. Sono nati così i centri anti violenza, le case delle donne ed è stata assicurata l’assistenza legale per porre fine alla violenza di genere. Per maschie e femmine sono state richieste e implementate istruzione, democrazia, riforme sul lavoro, nuovi diritti di famiglia e nuove legislazioni in materia di salute riproduttiva. Non c’è settore dell’umana esistenza in cui le donne non abbiano lavorato e non stiano lavorando affinché le priorità siano pace, giustizia, uguaglianza e libertà per tutti.

A loro è dedicato questo percorso narrativo e musicale che si sviluppa attraverso storie  provenienti da varie parti del mondo. Voci e grida di lotta, di impegno, di memoria, di pazienza, passione, cura e bellezza. Esperienze che si mischiano e vanno a comporre un tessuto sociale più umano e attento, fatto di solidarietà, incontri, scambi e collaborazioni; da quelle delle piantatrici di alberi nel deserto del Tatacoa in Sud America, alla storia di Malalai Joya deputata alla Camera bassa in Afghanistan, alle lettere dal carcere scritte da Nassrim Sotoudeh, l’avvocatessa iraniana che da sempre lotta per i diritti degli oppressi, alle parole di Liliana Segre che ci inchiodano davanti alla storia drammatica della Seconda Guerra Mondiale e all’Europa dei giorni nostri.  E ancora: le voci dalle seminatrici in Ruanda, quelle delle straordinarie combattenti Kurde e l’ultima voce quella di Joumana Haddad poetessa libanese.

Donne che ricostruiscono il mondo con un lavoro incessante, con straordinaria determinazione e con orgogliosa tenacia nonostante le difficoltà.

Parole, canto e sonorità evocative e visionarie, sono gli strumenti che disegnano paesaggi emotivi all’interno di questo viaggio denso di umanità che vuole essere un doveroso omaggio a tutte quelle donne che, giorno dopo giorno, con amore e forza, continuano a lottare rendendo possibile ciò che, altrimenti, resterebbe solo illusione.

 

 

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  • 29/07/2024 21:00 - 29/07/2024 22:00

    Maçalizi  29/30 luglio ore 21.00 sala Di Toppo Wassermann, via Gemona  (Ud)

    info e prenotazioni: Add New Event ‹ Aida Talliente — WordPress

    di Yasmina Reza

    traduzione/ traduzion William Cisilino e Michele Calligaris
    regia/regjie Fabrizio Arcuri e Rita Maffei
    scene e costumi/ senis e costums Luigina Tusini
    luci/ lûs Alberto Bevilacqua

    con/ cun Fabiano FantiniRita MaffeiMassimo SomaglinoAida Talliente

    una produzione/ une produzion CSS Teatro stabile di innovazione FVG e Mittelfest2022
    con/ cun ARLeF – Agjenzie Regjonâl pe Lenghe Furlane

    spettacolo in lingua friulana e italiana/ spetacul par furlan e par talian

    Le Dieu du carnage è una commedia della drammaturga francese Yasmina Reza del 2006, pubblicata in Italia col titolo Il dio del massacro e resa celebre nel 2011 dal film Carnage, di Roman Polànski con protagonisti Jodie Foster, John C.Reilly, Christoph Waltz e Kate Winslet.

    Maçalizi è il titolo della sua versione in lingua friulana, tradotta da William Cisilino e Michele Calligaris in occasione della co-produzione per Mittelfest 2022 con la regia a quattro mani di Fabrizio Arcuri e Rita Maffei, affidata all’interpretazione del quartetto di attori composto da Fabiano Fantini, Rita Maffei, Massimo Somaglino, Aida Talliente.

    Maçalizi – Il dio del massacro racconta il confronto/scontro tra due famiglie all’interno di un contesto borghese.

    Due coppie si ritrovano in un normale salotto per appianare la lite violenta tra i rispettivi figli. Presto, questo incontro riappacificatore si trasforma in uno scontro esplosivo.

    La dinamica di tensione crescente che si crea fra i personaggi si rispecchia nell’evoluzione delle parole.
    All’inizio l’italiano maschera, da lingua astratta della convenzione, i sentimenti più autentici e profondi, che emergono via via con il friulano, che finisce così per rivelarsi la lingua degli stati d’animo e istinti più autentici.

    Le buone maniere, la tolleranza, il rispetto dei punti di vista, il politically correct, la stessa moralità, lasciano spazio a sentimenti di pancia e decisamente più maligni e spietati, smascherano “il dio del massacro” che può annidarsi dentro ognuno di noi.

    Il salotto sarà ricreato, al centro, in una teca/gabbia di vetro: gli spettatori siederanno tutti intorno a osservare la scena, come degli studiosi in un teatro anatomico.

    Sulla messa in scena

    “Abbiamo immaginato di trasferire in un’ambientazione nostrana il confronto tra due diverse classi sociali in un interno borghese e lasciar agire questo testo con tutta la sua forza e la sua potenza.
    Una certa ipocrisia che si cela nel perbenismo e dietro a un velo di buon senso esplode e frana sotto i colpi della complessità in cui viviamo.

    Le sfumature necessarie per rapportarsi con i temi che vengono via via suggeriti e affrontati mal sopportano i toni netti che schierano in modo ideologico le due famiglie, incapaci di comprendere le rispettive posizioni.

    A partire dalla preziosa didascalia di Yasmine Reza che recita “un salotto, niente di realistico”, abbiamo allora immaginato una scatola scenica – come fosse una gabbia o un acquario –  per mettere sotto una lente di ingrandimento –  e sotto gli occhi degli spettatori che la circondano –   questo insolito ménage crudele che si lascia scrutare e vivisezionare, una sorta di gabinetto anatomico, o un radiodramma semovente.Anche se a distanza, come spettatori saremo partecipi e costantemente chiamati a prendere una posizione.  E sarà davvero difficile capire da quale parte stare: il torto e la ragione contrattano un valzer dai contorni evanescenti e trovarsi d’accordo con le diverse posizioni che emergono non sarà mai comodo.”
    Fabrizio Arcuri e Rita Maffei, i registi

    spettacolo realizzato in collaborazione tra FESTIL e Teatro Contatto Estate

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    traduzione/ traduzion William Cisilino e Michele Calligaris
    regia/regjie Fabrizio Arcuri e Rita Maffei
    scene e costumi/ senis e costums Luigina Tusini
    luci/ lûs Alberto Bevilacqua

    con/ cun Fabiano FantiniRita MaffeiMassimo SomaglinoAida Talliente

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    Maçalizi è il titolo della sua versione in lingua friulana, tradotta da William Cisilino e Michele Calligaris in occasione della co-produzione per Mittelfest 2022 con la regia a quattro mani di Fabrizio Arcuri e Rita Maffei, affidata all’interpretazione del quartetto di attori composto da Fabiano Fantini, Rita Maffei, Massimo Somaglino, Aida Talliente.

    Maçalizi – Il dio del massacro racconta il confronto/scontro tra due famiglie all’interno di un contesto borghese.

    Due coppie si ritrovano in un normale salotto per appianare la lite violenta tra i rispettivi figli. Presto, questo incontro riappacificatore si trasforma in uno scontro esplosivo.

    La dinamica di tensione crescente che si crea fra i personaggi si rispecchia nell’evoluzione delle parole.
    All’inizio l’italiano maschera, da lingua astratta della convenzione, i sentimenti più autentici e profondi, che emergono via via con il friulano, che finisce così per rivelarsi la lingua degli stati d’animo e istinti più autentici.

    Le buone maniere, la tolleranza, il rispetto dei punti di vista, il politically correct, la stessa moralità, lasciano spazio a sentimenti di pancia e decisamente più maligni e spietati, smascherano “il dio del massacro” che può annidarsi dentro ognuno di noi.

    Il salotto sarà ricreato, al centro, in una teca/gabbia di vetro: gli spettatori siederanno tutti intorno a osservare la scena, come degli studiosi in un teatro anatomico.

    Sulla messa in scena

    “Abbiamo immaginato di trasferire in un’ambientazione nostrana il confronto tra due diverse classi sociali in un interno borghese e lasciar agire questo testo con tutta la sua forza e la sua potenza.
    Una certa ipocrisia che si cela nel perbenismo e dietro a un velo di buon senso esplode e frana sotto i colpi della complessità in cui viviamo.

    Le sfumature necessarie per rapportarsi con i temi che vengono via via suggeriti e affrontati mal sopportano i toni netti che schierano in modo ideologico le due famiglie, incapaci di comprendere le rispettive posizioni.

    A partire dalla preziosa didascalia di Yasmine Reza che recita “un salotto, niente di realistico”, abbiamo allora immaginato una scatola scenica – come fosse una gabbia o un acquario –  per mettere sotto una lente di ingrandimento –  e sotto gli occhi degli spettatori che la circondano –   questo insolito ménage crudele che si lascia scrutare e vivisezionare, una sorta di gabinetto anatomico, o un radiodramma semovente.Anche se a distanza, come spettatori saremo partecipi e costantemente chiamati a prendere una posizione.  E sarà davvero difficile capire da quale parte stare: il torto e la ragione contrattano un valzer dai contorni evanescenti e trovarsi d’accordo con le diverse posizioni che emergono non sarà mai comodo.”
    Fabrizio Arcuri e Rita Maffei, i registi

    spettacolo realizzato in collaborazione tra FESTIL e Teatro Contatto Estate