di Gabriele Paupini lettura scenica e selezione musicale a cura di Tommaso Tuzzoli con Zoe Pernici, Mirko Soldano e Aida Talliente suoni a cura di Aida Talliente Child psichology e Hope there’s someone eseguite da Giorgio Pacorig produzione Tinaos
Wally e Luna sono due adolescenti che si tengono a debita distanza dal resto del mondo. Al loro primo incontro decidono di fare un gioco nel quale Luna finisce per ritrovarsi un coltello piantato in mezzo al petto. Nonostante questo, la ragazza tornerà per continuare a giocare con il suo nuovo amico, costruendo poco a poco un’amicizia destinata a rompersi sotto il peso di una realtà che svela lentamente i suoi meccanismi. Contemporaneamente, un anziano informatico, proprietario di un’imponente azienda tecnologica chiamata Antropico, risponde per la prima volta dopo anni di silenzio alle domande di una giornalista olografica sulla creazione del suo impero digitale.
di Francesca Garolla lettura scenica a cura di e con Aida Talliente produzione Tinaos
Per la vita è parte di una trilogia che indaga il tema della libertà in tre declinazioni: una libertà che non si interroga sulle conseguenze delle proprie azioni; una libertà che tocca il tema della responsabilità; e, qui, in Per la vita, una libertà “rifiutata”, negata a se stessi. In scena una donna, sola, sembra obbedire alla volontà di una madre-maman che “a fin di bene” l’ha relegata nella sua stanza, rendendola terrorizzata e disgustata dalla vita, imprigionata in affermazioni, regole, limiti. Eppure, è proprio in quella prigione che lei trova la libertà.
PETRICORE – 10 luglio ore 21.00 Teatro dei Fabbri 2/a Trieste
di Fabio Pisano lettura scenica a cura di Federico Bellini con Jonathan Lazzini, Zoe Pernici e Mirko Soldano produzione Tinaos
Lui e lei stanno parlando di ciò che avviene nella parte di terra in cui vivono da sempre; lui e lei stanno parlando delle invasioni. Il suono di un campanello li desta, li distoglie; forse li spaventa. Ma è soltanto un tizio, un uomo; è soltanto un estraneo trasferitosi lì da poco, che chiede un po’ di zucchero. Chiede solo un po’ di zucchero per il suo caffè. Questa banale e ordinaria richiesta però, innesca un meccanismo da cui sarà difficilissimo tornare indietro.
BeB Rovere della Riva, Arzene, via Alpi 30 in caso di maltempo: Sala Roma piazza Municipio 1
info: ingresso libero, tel 0434 89081 biblioteca@valvasonearzene.it
con Aida Talliente letture
E Giorgio Pacorig musiche
Di Jean Giono
Un racconto di rara bellezza. Un percorso delicato e commovente, che attraverso la semplice esistenza di un uomo fa riscoprire quelle straordinarie azioni capaci di trasformare i luoghi e generare nuova vita. Una narrazione che accompagna chi ascolta in una dimensione di serenità e contemplazione lasciando un messaggio positivo sulla “presenza umana ” nel mondo.
Nel corso della sua giovinezza, Jean Giono compie un viaggio in una regione delle Alpi all’interno della Provenza. Quelle terre si mostrano ai suoi occhi come luoghi inospitali, selvaggi, desolati. Solo pochi uomini le abitano ma anch’essi sono come quelle terre: ruvidi, aspri, affaticati da una vita fatta di stenti. Eppure in quelle lande al margine di tutto, vive Elzéard Bouffier, un uomo solitario, calmo, sensibile; un uomo che ha in mente un progetto destinato a mutare per sempre la morfologia di quei luoghi e così pure la vita di chi li abita. L’uomo pianta alberi, pazientemente, con cura, con attenzione, seguendo una sua visione intima e profonda. Li pianta perché un giorno quelle terre subiranno una competa metamorfosi. I deserti diventeranno foreste rigogliose, torneranno gli animali, i fiori, i profumi nell’aria. I paesi si ripopoleranno di gente contenta, laboriosa, serena. Le fontane si riempiranno di acqua fresca, gli uomini vivranno in completa armonia con la natura. Non è solo la storia di una straordinaria opera di Amore e Speranza quella raccontata da Giono, ma è anche la storia di un incontro che cambierà nel profondo il suo modo di essere e attraversare la vita. Conclude così quel suo viaggio durato nel corso del tempo: “ Quando penso che un uomo solo, ridotto alle proprie semplici risorse fisiche e morali, è bastato a far uscire dal deserto quel paese di Canaan, trovo che, malgrado tutto, la condizione umana sia ammirevole. Ma se metto in conto quanto c’è voluto di costanza nella grandezza d’animo e d’accanimento nella generosità per ottenere questo risultato, l’anima mi si riempie d’un enorme rispetto per quel vecchio contadino senza cultura che ha saputo portare a buon fine un’opera degna di Dio”.
theremin, chitarra, glokenspiel, trombone: Leo Virgili
contrabbasso: Alessandro Turchet
batteria e percussioni: Giacomo Jacuzzo
Concerto partecipato per bambini e famiglie
Musiche da ballare, da cantare insieme e da giocare con il corpo: il blues delle scale, il blues dei baci ma anche il concerto in cucina per piatti, cucchiai e tegami sono solo alcune delle canzoni che verranno suonate dal vivo e che coinvolgeranno il pubblico in un divertente gioco musicale che accompagnerà grandi e piccoli in un girotondo di emozioni, risate e perfino di qualche piccola paura. Un racconto poetico vestito di musica scritta su misura per far cantare le parole con la voce e con il corpo.
traduzione/ traduzion William Cisilino e Michele Calligaris regia/regjie Fabrizio Arcuri e Rita Maffei scene e costumi/ senis e costums Luigina Tusini luci/ lûs Alberto Bevilacqua
con/ cun Fabiano Fantini, Rita Maffei, Massimo Somaglino, Aida Talliente
una produzione/ une produzion CSS Teatro stabile di innovazione FVG e Mittelfest2022 con/ cun ARLeF – Agjenzie Regjonâl pe Lenghe Furlane
spettacolo in lingua friulana e italiana/ spetacul par furlan e par talian
Le Dieu du carnage è una commedia della drammaturga francese Yasmina Reza del 2006, pubblicata in Italia col titolo Il dio del massacro e resa celebre nel 2011 dal film Carnage, di Roman Polànski con protagonisti Jodie Foster, John C.Reilly, Christoph Waltz e Kate Winslet.
Maçalizi è il titolo della sua versione in lingua friulana, tradotta da William Cisilino e Michele Calligaris in occasione della co-produzione per Mittelfest 2022 con la regia a quattro mani di Fabrizio Arcuri e Rita Maffei, affidata all’interpretazione del quartetto di attori composto da Fabiano Fantini, Rita Maffei, Massimo Somaglino, Aida Talliente.
Maçalizi– Il dio del massacro racconta il confronto/scontro tra due famiglie all’interno di un contesto borghese.
Due coppie si ritrovano in un normale salotto per appianare la lite violenta tra i rispettivi figli. Presto, questo incontro riappacificatore si trasforma in uno scontro esplosivo.
La dinamica di tensione crescente che si crea fra i personaggi si rispecchia nell’evoluzione delle parole. All’inizio l’italiano maschera, da lingua astratta della convenzione, i sentimenti più autentici e profondi, che emergono via via con il friulano, che finisce così per rivelarsi la lingua degli stati d’animo e istinti più autentici.
Le buone maniere, la tolleranza, il rispetto dei punti di vista, il politically correct, la stessa moralità, lasciano spazio a sentimenti di pancia e decisamente più maligni e spietati, smascherano “il dio del massacro” che può annidarsi dentro ognuno di noi.
Il salotto sarà ricreato, al centro, in una teca/gabbia di vetro: gli spettatori siederanno tutti intorno a osservare la scena, come degli studiosi in un teatro anatomico.
Sulla messa in scena
“Abbiamo immaginato di trasferire in un’ambientazione nostrana il confronto tra due diverse classi sociali in un interno borghese e lasciar agire questo testo con tutta la sua forza e la sua potenza. Una certa ipocrisia che si cela nel perbenismo e dietro a un velo di buon senso esplode e frana sotto i colpi della complessità in cui viviamo.
Le sfumature necessarie per rapportarsi con i temi che vengono via via suggeriti e affrontati mal sopportano i toni netti che schierano in modo ideologico le due famiglie, incapaci di comprendere le rispettive posizioni.
A partire dalla preziosa didascalia di Yasmine Reza che recita “un salotto, niente di realistico”, abbiamo allora immaginato una scatola scenica – come fosse una gabbia o un acquario – per mettere sotto una lente di ingrandimento – e sotto gli occhi degli spettatori che la circondano – questo insolito ménage crudele che si lascia scrutare e vivisezionare, una sorta di gabinetto anatomico, o un radiodramma semovente.Anche se a distanza, come spettatori saremo partecipi e costantemente chiamati a prendere una posizione. E sarà davvero difficile capire da quale parte stare: il torto e la ragione contrattano un valzer dai contorni evanescenti e trovarsi d’accordo con le diverse posizioni che emergono non sarà mai comodo.” Fabrizio Arcuri e Rita Maffei, i registi
spettacolo realizzato in collaborazione tra FESTIL e Teatro Contatto Estate
traduzione/ traduzion William Cisilino e Michele Calligaris regia/regjie Fabrizio Arcuri e Rita Maffei scene e costumi/ senis e costums Luigina Tusini luci/ lûs Alberto Bevilacqua
con/ cun Fabiano Fantini, Rita Maffei, Massimo Somaglino, Aida Talliente
una produzione/ une produzion CSS Teatro stabile di innovazione FVG e Mittelfest2022 con/ cun ARLeF – Agjenzie Regjonâl pe Lenghe Furlane
spettacolo in lingua friulana e italiana/ spetacul par furlan e par talian
Le Dieu du carnage è una commedia della drammaturga francese Yasmina Reza del 2006, pubblicata in Italia col titolo Il dio del massacro e resa celebre nel 2011 dal film Carnage, di Roman Polànski con protagonisti Jodie Foster, John C.Reilly, Christoph Waltz e Kate Winslet.
Maçalizi è il titolo della sua versione in lingua friulana, tradotta da William Cisilino e Michele Calligaris in occasione della co-produzione per Mittelfest 2022 con la regia a quattro mani di Fabrizio Arcuri e Rita Maffei, affidata all’interpretazione del quartetto di attori composto da Fabiano Fantini, Rita Maffei, Massimo Somaglino, Aida Talliente.
Maçalizi– Il dio del massacro racconta il confronto/scontro tra due famiglie all’interno di un contesto borghese.
Due coppie si ritrovano in un normale salotto per appianare la lite violenta tra i rispettivi figli. Presto, questo incontro riappacificatore si trasforma in uno scontro esplosivo.
La dinamica di tensione crescente che si crea fra i personaggi si rispecchia nell’evoluzione delle parole. All’inizio l’italiano maschera, da lingua astratta della convenzione, i sentimenti più autentici e profondi, che emergono via via con il friulano, che finisce così per rivelarsi la lingua degli stati d’animo e istinti più autentici.
Le buone maniere, la tolleranza, il rispetto dei punti di vista, il politically correct, la stessa moralità, lasciano spazio a sentimenti di pancia e decisamente più maligni e spietati, smascherano “il dio del massacro” che può annidarsi dentro ognuno di noi.
Il salotto sarà ricreato, al centro, in una teca/gabbia di vetro: gli spettatori siederanno tutti intorno a osservare la scena, come degli studiosi in un teatro anatomico.
Sulla messa in scena
“Abbiamo immaginato di trasferire in un’ambientazione nostrana il confronto tra due diverse classi sociali in un interno borghese e lasciar agire questo testo con tutta la sua forza e la sua potenza. Una certa ipocrisia che si cela nel perbenismo e dietro a un velo di buon senso esplode e frana sotto i colpi della complessità in cui viviamo.
Le sfumature necessarie per rapportarsi con i temi che vengono via via suggeriti e affrontati mal sopportano i toni netti che schierano in modo ideologico le due famiglie, incapaci di comprendere le rispettive posizioni.
A partire dalla preziosa didascalia di Yasmine Reza che recita “un salotto, niente di realistico”, abbiamo allora immaginato una scatola scenica – come fosse una gabbia o un acquario – per mettere sotto una lente di ingrandimento – e sotto gli occhi degli spettatori che la circondano – questo insolito ménage crudele che si lascia scrutare e vivisezionare, una sorta di gabinetto anatomico, o un radiodramma semovente.Anche se a distanza, come spettatori saremo partecipi e costantemente chiamati a prendere una posizione. E sarà davvero difficile capire da quale parte stare: il torto e la ragione contrattano un valzer dai contorni evanescenti e trovarsi d’accordo con le diverse posizioni che emergono non sarà mai comodo.” Fabrizio Arcuri e Rita Maffei, i registi
spettacolo realizzato in collaborazione tra FESTIL e Teatro Contatto Estate
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