BOATI DI SILENZIO echi di una Caporetto celata

12/11/2017 21:00 - 22:00
Teatro Plinio Clabassi
Phone:0432 915533
Address: Via XXIV Maggio, 6, 33039 Sedegliano UD

TEATRO PLINIO CLABASSI – Sedegliano (Ud)

11-12 novembre ore 21.00 

 

direzione d’orchestra: Fabrizio Fontanot

con Aida Talliente – voce

Giovanni Martinuzzi ed Elisa Borlini – danza aerea

Elisabetta Castellani, Sara Dominici, Renata Maschietti, Rachele Rognoni – testi

ASSOCIAZIONE MUSICALE E CULTURALE DI PROMOZIONE SOCIALE “ARMONIE” produzione

 

Il tema trattato nello spettacolo Boati di silenzio- Echi di una Caporetto celata, è quello della Grande Guerra combattuta dai civili che hanno sperimentato l’invasione e in particolare di quelle persone che hanno vissuto questa drammatica esperienza nella quasi totale impotenza: le donne e i bambini.

La costruzione del progetto e dello spettacolo sono il frutto di un’approfondita ricerca documentale focalizzata in modo particolare su ciò che la Grande Guerra ha causato alle donne friulane. La volontà di trattare questo tema nasce dall’opinione che non siano stati sufficientemente messi in risalto né rappresentati gli aspetti della Ritirata di Caporetto nel vissuto dei civili, e nasce soprattutto dalla convinzione che la narrazione relativa a questi aspetti sia oggi di manifesta attualità, se confrontata con quanto stanno vivendo i popoli attualmente vittime di guerre a noi vicine geograficamente. I vecchi campi di battaglia sulle Alpi e sulla pianura friulana e isontina creanocontinui rimandialla situazione della popolazione civile nei conflitti tra Israele e il mondo arabo, assieme agli scenari siriano, iracheno, afghano, libico degli ultimi anni e soprattutto agli episodi salienti delle recenti sfide lanciate dal “Califfato”.

Nello spettacolo il vissuto delle donne durante la Prima Guerra Mondiale funge da raccordo tra storia ed attualità. Le donne che in un primo momento sono vittime dell’assenza degli uomini, in quanto costrette improvvisamente ad assumere il ruolo di capo-famiglia, diventa in seguito vittime anche della violenza e dei soprusi che le truppe di passaggio infliggevano a cose, persone, animali e luoghi. Persino le donne che decidono di fuggire dalla propria casa diventano a loro volta vittime perché subiscono manifestazioni di razzismo da parte dei civili (connazionali) residenti nei territori in cui sono costrette ad abitare.

Episodi come quelli trattati all’interno della narrazione storico musicale dell’evento per moltissimi anni furono celati, se non volutamente dimenticati, per paura di coinvolgere un’intera comunità. Le donne di conseguenza furono costrette a sopportare da sole un fardello troppo pesante che sconvolse le loro vite.

Alcuni di questi elementisono già stati oggetto di narrazione e rappresentazione, per questo motivo lo spettacolo verterà  principalmente sull’aspetto più taciuto, nonostante la sua importanza, che accompagna ogni Guerra (e l’odio in generale): il destino che spettava ai bambini nati da queste sofferenze, o ai bambini non nati.

C’è un’altra Grande Guerra, per lo più sconosciuta, che per decenni è rimasta esclusa da ogni narrazione. Una Grande Guerra sulla quale, al tacere delle armi, è calato un assordante silenzio solo da poco interrotto grazie alla bravura e persino al coraggio di alcuni storici. E’ la guerra di chi non ha da raccontare nulla di epico, nessun assalto alla baionetta, nessuna pallottola schivata, nessuna bomba da cui ripararsi. E’ la guerra di chi si vergogna e non affida i propri ricordi nemmeno ai parenti più stretti. E’ la guerra, ad esempio, di quei veneti e friulani che videro dopo Caporetto le proprie terre calpestate dal nemico. […] quella dei civili, quella degli abitanti di questa vasta porzione di nordest occupato. La storia di chi resta e la storia di chi fugge. Restano all’inferno circa un milione di persone.

 

 

per prenotazioni: banda@associazionearmonie.it

info sul sito: www.associazionearmonie.it