1 dicembre ore 20.30, Auditorium comunale di Prato Carnico
Info: ingresso libero fino ad esaurimento posti
anagrafe@comune.prato-carnico.regione.fvg.it
con Aida Talliente ed Elsa Martìn
video animation Giulia Spanghero
fonica Francesco Blasig e Giacomo Bertossi
“Non temo la morte. Temo il silenzio di fronte all’ingiustizia.
Sono giovane e desidero vivere.
Ma dico a tutti coloro che vorrebbero farmi del male,
che sono pronta dove e quando vorrete colpirmi.
Potrete recidere un fiore
ma non potrete impedire alla primavera di arrivare”
Malalai Joya
Un mondo migliore è possibile grazie alle donne. Questo concetto ha catturato la mente ed il cuore di tutti coloro che sono assetati di giustizia e i cui diritti sono loro negati. Soprattutto per le donne l’idea di un mondo migliore è alla base di tutto: di qualsiasi dimostrazione, qualsiasi campagna, qualsiasi sforzo nel mobilitare le persone, e dato il coinvolgimento e il ruolo giocato dalle donne, s’intuisce che molto probabilmente un mondo migliore ci sarà grazie a loro. Quando le donne narrano le loro storie, producono un’esperienza di guarigione per se stesse e per chi le ascolta. Dire la verità sulle loro vite cambia il mondo. Quando le donne si raccontano, scoprono temi comuni. Imparano che le proprie individuali esperienze di invisibilità, discriminazione, mancanza di riconoscimento e pressioni familiari e sociali sono comuni ad altre donne e non rimangono immobili. Fanno di tutto per migliorare la situazione. Sono nati così i centri anti violenza, le case delle donne ed è stata assicurata l’assistenza legale per porre fine alla violenza di genere. Per maschie e femmine sono state richieste e implementate istruzione, democrazia, riforme sul lavoro, nuovi diritti di famiglia e nuove legislazioni in materia di salute riproduttiva. Non c’è settore dell’umana esistenza in cui le donne non abbiano lavorato e non stiano lavorando affinché le priorità siano pace, giustizia, uguaglianza e libertà per tutti.
A loro è dedicato questo percorso narrativo e musicale che si sviluppa attraverso storie provenienti da varie parti del mondo. Voci e grida di lotta, di impegno, di memoria, di pazienza, passione, cura e bellezza. Esperienze che si mischiano e vanno a comporre un tessuto sociale più umano e attento, fatto di solidarietà, incontri, scambi e collaborazioni; da quelle delle piantatrici di alberi nel deserto del Tatacoa in Sud America, alla storia di Malalai Joya deputata alla Camera bassa in Afghanistan, alle lettere dal carcere scritte da Nassrim Sotoudeh, l’avvocatessa iraniana che da sempre lotta per i diritti degli oppressi, alle parole di Liliana Segre che ci inchiodano davanti alla storia drammatica della Seconda Guerra Mondiale e all’Europa dei giorni nostri. E ancora: le voci dalle seminatrici in Ruanda, quelle delle straordinarie combattenti Kurde e l’ultima voce quella di Joumana Haddad poetessa libanese.
Donne che ricostruiscono il mondo con un lavoro incessante, con straordinaria determinazione e con orgogliosa tenacia nonostante le difficoltà.
Parole, canto e sonorità evocative e visionarie, sono gli strumenti che disegnano paesaggi emotivi all’interno di questo viaggio denso di umanità che vuole essere un doveroso omaggio a tutte quelle donne che, giorno dopo giorno, con amore e forza, continuano a lottare rendendo possibile ciò che, altrimenti, resterebbe solo illusione.
2 dicembre ore 20.30, Centro Civico di Rive D’Arcano, via Castello D’Arcano 4
Info: eventi.comunerive@gmail.com
ingresso libero
con Aida Talliente ed Elsa Martìn
video animation Giulia Spanghero
fonica Francesco Blasig e Giacomo Bertossi
“Non temo la morte. Temo il silenzio di fronte all’ingiustizia.
Sono giovane e desidero vivere.
Ma dico a tutti coloro che vorrebbero farmi del male,
che sono pronta dove e quando vorrete colpirmi.
Potrete recidere un fiore
ma non potrete impedire alla primavera di arrivare”
Malalai Joya
Un mondo migliore è possibile grazie alle donne. Questo concetto ha catturato la mente ed il cuore di tutti coloro che sono assetati di giustizia e i cui diritti sono loro negati. Soprattutto per le donne l’idea di un mondo migliore è alla base di tutto: di qualsiasi dimostrazione, qualsiasi campagna, qualsiasi sforzo nel mobilitare le persone, e dato il coinvolgimento e il ruolo giocato dalle donne, s’intuisce che molto probabilmente un mondo migliore ci sarà grazie a loro. Quando le donne narrano le loro storie, producono un’esperienza di guarigione per se stesse e per chi le ascolta. Dire la verità sulle loro vite cambia il mondo. Quando le donne si raccontano, scoprono temi comuni. Imparano che le proprie individuali esperienze di invisibilità, discriminazione, mancanza di riconoscimento e pressioni familiari e sociali sono comuni ad altre donne e non rimangono immobili. Fanno di tutto per migliorare la situazione. Sono nati così i centri anti violenza, le case delle donne ed è stata assicurata l’assistenza legale per porre fine alla violenza di genere. Per maschie e femmine sono state richieste e implementate istruzione, democrazia, riforme sul lavoro, nuovi diritti di famiglia e nuove legislazioni in materia di salute riproduttiva. Non c’è settore dell’umana esistenza in cui le donne non abbiano lavorato e non stiano lavorando affinché le priorità siano pace, giustizia, uguaglianza e libertà per tutti.
A loro è dedicato questo percorso narrativo e musicale che si sviluppa attraverso storie provenienti da varie parti del mondo. Voci e grida di lotta, di impegno, di memoria, di pazienza, passione, cura e bellezza. Esperienze che si mischiano e vanno a comporre un tessuto sociale più umano e attento, fatto di solidarietà, incontri, scambi e collaborazioni; da quelle delle piantatrici di alberi nel deserto del Tatacoa in Sud America, alla storia di Malalai Joya deputata alla Camera bassa in Afghanistan, alle lettere dal carcere scritte da Nassrim Sotoudeh, l’avvocatessa iraniana che da sempre lotta per i diritti degli oppressi, alle parole di Liliana Segre che ci inchiodano davanti alla storia drammatica della Seconda Guerra Mondiale e all’Europa dei giorni nostri. E ancora: le voci dalle seminatrici in Ruanda, quelle delle straordinarie combattenti Kurde e l’ultima voce quella di Joumana Haddad poetessa libanese.
Donne che ricostruiscono il mondo con un lavoro incessante, con straordinaria determinazione e con orgogliosa tenacia nonostante le difficoltà.
Parole, canto e sonorità evocative e visionarie, sono gli strumenti che disegnano paesaggi emotivi all’interno di questo viaggio denso di umanità che vuole essere un doveroso omaggio a tutte quelle donne che, giorno dopo giorno, con amore e forza, continuano a lottare rendendo possibile ciò che, altrimenti, resterebbe solo illusione.
6 DICEMBRE 2022 DALLE ORE 18.00 TEATRO SAN GIORGIO Via Quintino Sella, 4 – Udine
FUTURO PASSATO ricordare la memoria letture sceniche
FUTURO PASSATO ricordare la memoria è un progetto che coniuga formazione, creazione e produzione. Dopo un mese di indagine sul territorio attraverso diversi laboratori sul tema della memoria che hanno messo insieme professionisti teatrali, della danza, psicologi, operatori socio sanitari e studenti di tutte le età, i quattro drammatughi, vincitori del bando di drammaturgia, hanno scritto i loro testi teatrali, raccolti e pubblicati in un unico volume.
I testi saranno introdotti da Federico Bellini, tutor del progetto, e letti da: Caroline Baglioni, Alessandra Di Lernia, Jacopo Giacomoni, Sandro Pivotti e Aida Talliente
ore 18.00 TRAPIANTI ESTRANEI − di Alice Torriani Come può una memoria essere trasmessa da una persona all’altra? È possibile per un bambino ricordare ciò che il proprio genitore ha “dimenticato” o rimosso? Nel bagno pubblico di una grande sala conferenze due donne ascoltano queste parole da un interfono. Le due donne non si conoscono, ma si parlano attraverso una porta. Fuori, da qualche parte, un cavalluccio marino ha intrapreso il suo viaggio di sfrontata seduzione per raggiungere la nuova “casa”. I tre personaggi sono indissolubilmente legati. Solo dalla contaminazione tra loro emergerà la risposta ad una domanda antica, annegata tra ricordi rimossi e lealtà familiare.
ore 19.10 SONETTO101 − di Caroline Baglioni Sonetto101 è un viaggio alla ricerca di alcune parole che la Donna, protagonista della storia, ha paura di dimenticare. Per ricordarle compie un viaggio interiore, mentre passo dopo passo, si avvicina alla porta d’uscita della sua stanza. Ha un appuntamento, fuori, con un uomo che non vede da tanti anni. La strada che percorre dentro di sé è piena di ricordi, che come macchie di colore, compongono una tela: la mappa della sua esistenza travagliata, solitaria, segreta. Un’esistenza salva solo grazie alla fantasia che permette a lei e a noi ogni giorno di continuare a sognare, credere, desiderare, vivere.
ore 20.20 È SOLO UN LUNGO TRAMONTO − di Jacopo Giacomoni Questo è un dispositivo di distorsione testuale per un teatro della dimenticanza, per una hauntology teatrale. Ho registrato i ricordi di mio padre, li ho trascritti e li ho dettati al mio computer che li ha a sua volta trascritti; li ho riletti, ridettati al computer che li ha nuovamente trascritti, e così via. Il processo sloga il testo come la memoria di mio padre è slogata dalla demenza. «The time is out of joint». Viviamo un presente che non si può ricordare infestato da un passato che non si può dimenticare. È una lenta disintegrazione verso il silenzio. Non c’è tensione, non c’è in fondo nessun dramma. È solo un lungo tramonto.
ore 21.30 AL BUIO IL RESTO − di Alessandra Di Lernia in collaborazione con Dialoghi – Residenze delle arti performative a Villa Manin 2022 – 2024 a cura del CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia
Una ricorrenza è innocente? Uno scavo archeologico? La poesia di Manzoni imparata da bambina lo è? Il museo o il mausoleo della memoria che vado a visitare è innocente? Quel che sento come mia memoria culturale e storica e che condivido con tante altre persone dove nasce, dove e quando ha avuto origine? Come lo so? Che rapporto ha la memoria storica con la storia, con il vero, con il realmente accaduto? Al buio il resto si diverte o si commuove o si indigna a indagare quella parte di memoria collettiva che è memoria storica e memoria culturale. Mostra una serie di quadri ambientati in epoche e luoghi distanti, tra loro narrativamente sconnessi ma legati da un assunto a tutti comune: lo stretto rapporto tra il Potere e la memoria. È il Potere che decide cosa resta in luce e che manda al buio il resto.
9 dicembre ore 21.00,Auditorium di Sesto al Reghena (Pn)
ingresso libero
con Aida Talliente ed Elsa Martìn
video animation Giulia Spanghero
fonica Francesco Blasig e Giacomo Bertossi
“Non temo la morte. Temo il silenzio di fronte all’ingiustizia.
Sono giovane e desidero vivere.
Ma dico a tutti coloro che vorrebbero farmi del male,
che sono pronta dove e quando vorrete colpirmi.
Potrete recidere un fiore
ma non potrete impedire alla primavera di arrivare”
Malalai Joya
Un mondo migliore è possibile grazie alle donne. Questo concetto ha catturato la mente ed il cuore di tutti coloro che sono assetati di giustizia e i cui diritti sono loro negati. Soprattutto per le donne l’idea di un mondo migliore è alla base di tutto: di qualsiasi dimostrazione, qualsiasi campagna, qualsiasi sforzo nel mobilitare le persone, e dato il coinvolgimento e il ruolo giocato dalle donne, s’intuisce che molto probabilmente un mondo migliore ci sarà grazie a loro. Quando le donne narrano le loro storie, producono un’esperienza di guarigione per se stesse e per chi le ascolta. Dire la verità sulle loro vite cambia il mondo. Quando le donne si raccontano, scoprono temi comuni. Imparano che le proprie individuali esperienze di invisibilità, discriminazione, mancanza di riconoscimento e pressioni familiari e sociali sono comuni ad altre donne e non rimangono immobili. Fanno di tutto per migliorare la situazione. Sono nati così i centri anti violenza, le case delle donne ed è stata assicurata l’assistenza legale per porre fine alla violenza di genere. Per maschie e femmine sono state richieste e implementate istruzione, democrazia, riforme sul lavoro, nuovi diritti di famiglia e nuove legislazioni in materia di salute riproduttiva. Non c’è settore dell’umana esistenza in cui le donne non abbiano lavorato e non stiano lavorando affinché le priorità siano pace, giustizia, uguaglianza e libertà per tutti.
A loro è dedicato questo percorso narrativo e musicale che si sviluppa attraverso storie provenienti da varie parti del mondo. Voci e grida di lotta, di impegno, di memoria, di pazienza, passione, cura e bellezza. Esperienze che si mischiano e vanno a comporre un tessuto sociale più umano e attento, fatto di solidarietà, incontri, scambi e collaborazioni; da quelle delle piantatrici di alberi nel deserto del Tatacoa in Sud America, alla storia di Malalai Joya deputata alla Camera bassa in Afghanistan, alle lettere dal carcere scritte da Nassrim Sotoudeh, l’avvocatessa iraniana che da sempre lotta per i diritti degli oppressi, alle parole di Liliana Segre che ci inchiodano davanti alla storia drammatica della Seconda Guerra Mondiale e all’Europa dei giorni nostri. E ancora: le voci dalle seminatrici in Ruanda, quelle delle straordinarie combattenti Kurde e l’ultima voce quella di Joumana Haddad poetessa libanese.
Donne che ricostruiscono il mondo con un lavoro incessante, con straordinaria determinazione e con orgogliosa tenacia nonostante le difficoltà.
Parole, canto e sonorità evocative e visionarie, sono gli strumenti che disegnano paesaggi emotivi all’interno di questo viaggio denso di umanità che vuole essere un doveroso omaggio a tutte quelle donne che, giorno dopo giorno, con amore e forza, continuano a lottare rendendo possibile ciò che, altrimenti, resterebbe solo illusione.
14 dicembre ore 20.45 Teatro di Pergine Valsugana (Tn)
Debutta finalmente il nuovo lavoro di Aida Talliente e Chiara Benedetti
di e con Aida Talliente e Chiara Benedetti
disegno luci Luigi Biondi
fonica Alessandro Barbina
mix audio Aida Talliente
direzione tecnica Iacopo Candela
elementi scenici Federica Rigon
fotografie Danilo De Marco
grafica Giulia Spanghero, Dora Tubaro, Hybrida
foto di scena Matteo De Stefano
video Rocco Serafini
Produzione Aria Teatro
Partnership Fattore K
Due donne. Due sorelle. Il loro affetto, il loro Amore. Una vita passata insieme e poi, improvvisamente, la Morte. E’ la storia di una “relazione”. Inizia dalla fine, dalla Morte di una delle due, in una casa (la loro), in una mattina di pioggia. Da quell’istante, come in un sogno, torniamo indietro nel tempo; il tempo della loro giovinezza. Un “passo a due” giocato con gli elementi del film muto, delle voci fuori campo, delle musiche di un tempo, alternando il passato e il presente come fosse il susseguirsi di visioni legate alla memoria, e nel breve tempo che ci è concesso, le osserviamo nel corso della loro esistenza. Poi, alla fine, qualcosa ci inchioda, ci paralizza e inevitabilmente muove alcune domande: che cosa significa passare una vita insieme? Che cosa accade durante l’assenza, quando l’altro non c’è più? Che cosa resta in quello spazio vuoto, fuori e dentro di sé quando si rimane soli, quando non sia ha più un corpo, un luogo, una dimensione a cui tornare e nemmeno un perché? Infinite possono essere le risposte ma solo un giorno sapremo.
Fuori, intanto, la pioggia smette di cadere.
L’AUGURIO
Amatevi ma non tramutate l’amore in un laccio.
Lasciate che sia un mare in movimento tra le sponde opposte delle vostre anime.
Colmate a vicenda le vostre coppe ma non bevete da una sola coppa.
Scambiatevi il pane ma non mangiate un solo pane.
Cantate e danzate insieme e insieme siate felici, ma permettete ad ognuno di voi di essere solo.
Il concerto “Genesi” con il Coro Polifonico di Ruda, Aida Talliente ed Elsa Martìn, che doveva tenersi il 16 dicembre presso la chiesa di Ruda alle ore 20.00 sarà annullato per cause di forza maggiore.
Il concerto verrà riproposto a gennaio in data da definirsi.
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