Il Vangelo delle Beatitudini, 4 aprile ore 20.30 Teatro Area Nord Napoli
Stagione 2019/2020
“Domani non è una parola
domani è la speranza
non abbiamo che lei.
Usiamola,
facciamola diventare occhi, mani, rabbia
e vinceremo la paura”
Leonardo Zanier
Uno spettacolo
di e con Aida Talliente
disegno luci – Luigi Biondi
assistente al suono – Alessandro Barbina
video animation – Cosimo Miorelli
assistente al video e alle proiezioni – Roger Foschia
elementi scenici – Luigina Tusini
grafica per le proiezioni – Giulia Spangaro e Virginia Di Lazzaro
grafica – Massimo Staich
fotografia – Matteo De Stefano
consulenza e realizzazione sonora – Massimo Toniutti, Alberto Novello, Giorgio Pacorig
Il discorso della montagna riportato agli uomini, segna la traccia per entrare dentro un percorso di parole e storie che si interrogano sul tema della speranza, che la chiedono, che la cercano. Speranza legata agli affetti più cari, speranza davanti alla difficoltà del vivere, speranza dove non è possibile averne, speranza come augurio. Quattro momenti che mostrano volti e condizioni umane differenti per la loro storia ma legate da un discorso comune: le Beatitudini.
A raccontare, oltre alle parole, sono anche grandi immagini proiettate e scomposte da prismi che attraverso giochi di luce disegnano non solo lo spazio scenico ma anche quello emotivo. Disegni e ombre che si compongono e si dissolvono a svelare lentamente paesaggi diversi. Melodie di giocattoli o piccoli oggetti che nascono direttamente nello spazio scenico, per costruire l’ambiente di ogni storia.
Primo quadro: gli umili e i puri di cuore. Dedicato alla mia famiglia.
Secondo quadro: quelli che piangono e quelli che hanno compassione. Dedicato a Mario Vatta
Terzo quadro: i non violenti. Dedicato a F. L. R. ergastolano in un carcere di massima sicurezza.
Quarto quadro: quelli che hanno fame e sete di giustizia e i perseguitati a causa della giustizia. Dedicato a quelli che hanno il coraggio di andare fino in fondo perché sentono che qualcosa esisterà, aldilà di me, aldilà di te, aldilà di quello che succederà.
Produzione – Aria Teatro Pergine – CSS Teatro stabile d’innovazione del Friuli Venezia Giulia
Con il patrocinio di Centro d’Accoglienza E. Balducci
Il Vangelo delle Beatitudini, 5 aprile ore 18.00 Teatro Area Nord Napoli
Stagione 2019/2020
“Domani non è una parola
domani è la speranza
non abbiamo che lei.
Usiamola,
facciamola diventare occhi, mani, rabbia
e vinceremo la paura”
Leonardo Zanier
Uno spettacolo
di e con Aida Talliente
disegno luci – Luigi Biondi
assistente al suono – Alessandro Barbina
video animation – Cosimo Miorelli
assistente al video e alle proiezioni – Roger Foschia
elementi scenici – Luigina Tusini
grafica per le proiezioni – Giulia Spangaro e Virginia Di Lazzaro
grafica – Massimo Staich
fotografia – Matteo De Stefano
consulenza e realizzazione sonora – Massimo Toniutti, Alberto Novello, Giorgio Pacorig
Il discorso della montagna riportato agli uomini, segna la traccia per entrare dentro un percorso di parole e storie che si interrogano sul tema della speranza, che la chiedono, che la cercano. Speranza legata agli affetti più cari, speranza davanti alla difficoltà del vivere, speranza dove non è possibile averne, speranza come augurio. Quattro momenti che mostrano volti e condizioni umane differenti per la loro storia ma legate da un discorso comune: le Beatitudini.
A raccontare, oltre alle parole, sono anche grandi immagini proiettate e scomposte da prismi che attraverso giochi di luce disegnano non solo lo spazio scenico ma anche quello emotivo. Disegni e ombre che si compongono e si dissolvono a svelare lentamente paesaggi diversi. Melodie di giocattoli o piccoli oggetti che nascono direttamente nello spazio scenico, per costruire l’ambiente di ogni storia.
Primo quadro: gli umili e i puri di cuore. Dedicato alla mia famiglia.
Secondo quadro: quelli che piangono e quelli che hanno compassione. Dedicato a Mario Vatta
Terzo quadro: i non violenti. Dedicato a F. L. R. ergastolano in un carcere di massima sicurezza.
Quarto quadro: quelli che hanno fame e sete di giustizia e i perseguitati a causa della giustizia. Dedicato a quelli che hanno il coraggio di andare fino in fondo perché sentono che qualcosa esisterà, aldilà di me, aldilà di te, aldilà di quello che succederà.
Produzione – Aria Teatro Pergine – CSS Teatro stabile d’innovazione del Friuli Venezia Giulia
Con il patrocinio di Centro d’Accoglienza E. Balducci
Il Vangelo delle Beatitudini, 9 aprile ore 21.00 Teatro Miela, Trieste
Stagione 2019/2020
“Domani non è una parola
domani è la speranza
non abbiamo che lei.
Usiamola,
facciamola diventare occhi, mani, rabbia
e vinceremo la paura”
Leonardo Zanier
Uno spettacolo
di e con Aida Talliente
disegno luci – Luigi Biondi
assistente al suono – Alessandro Barbina
video animation – Cosimo Miorelli
assistente al video e alle proiezioni – Roger Foschia
elementi scenici – Luigina Tusini
grafica per le proiezioni – Giulia Spangaro e Virginia Di Lazzaro
grafica – Massimo Staich
fotografia – Matteo De Stefano
consulenza e realizzazione sonora – Massimo Toniutti, Alberto Novello, Giorgio Pacorig
Il discorso della montagna riportato agli uomini, segna la traccia per entrare dentro un percorso di parole e storie che si interrogano sul tema della speranza, che la chiedono, che la cercano. Speranza legata agli affetti più cari, speranza davanti alla difficoltà del vivere, speranza dove non è possibile averne, speranza come augurio. Quattro momenti che mostrano volti e condizioni umane differenti per la loro storia ma legate da un discorso comune: le Beatitudini.
A raccontare, oltre alle parole, sono anche grandi immagini proiettate e scomposte da prismi che attraverso giochi di luce disegnano non solo lo spazio scenico ma anche quello emotivo. Disegni e ombre che si compongono e si dissolvono a svelare lentamente paesaggi diversi. Melodie di giocattoli o piccoli oggetti che nascono direttamente nello spazio scenico, per costruire l’ambiente di ogni storia.
Primo quadro: gli umili e i puri di cuore. Dedicato alla mia famiglia.
Secondo quadro: quelli che piangono e quelli che hanno compassione. Dedicato a Mario Vatta
Terzo quadro: i non violenti. Dedicato a F. L. R. ergastolano in un carcere di massima sicurezza.
Quarto quadro: quelli che hanno fame e sete di giustizia e i perseguitati a causa della giustizia. Dedicato a quelli che hanno il coraggio di andare fino in fondo perché sentono che qualcosa esisterà, aldilà di me, aldilà di te, aldilà di quello che succederà.
Produzione – Aria Teatro Pergine – CSS Teatro stabile d’innovazione del Friuli Venezia Giulia
Con il patrocinio di Centro d’Accoglienza E. Balducci
Il Vangelo delle Beatitudini, 10 aprile ore 19.30 Teatro Miela, Trieste
Stagione 2019/2020
“Domani non è una parola
domani è la speranza
non abbiamo che lei.
Usiamola,
facciamola diventare occhi, mani, rabbia
e vinceremo la paura”
Leonardo Zanier
Uno spettacolo
di e con Aida Talliente
disegno luci – Luigi Biondi
assistente al suono – Alessandro Barbina
video animation – Cosimo Miorelli
assistente al video e alle proiezioni – Roger Foschia
elementi scenici – Luigina Tusini
grafica per le proiezioni – Giulia Spangaro e Virginia Di Lazzaro
grafica – Massimo Staich
fotografia – Matteo De Stefano
consulenza e realizzazione sonora – Massimo Toniutti, Alberto Novello, Giorgio Pacorig
Il discorso della montagna riportato agli uomini, segna la traccia per entrare dentro un percorso di parole e storie che si interrogano sul tema della speranza, che la chiedono, che la cercano. Speranza legata agli affetti più cari, speranza davanti alla difficoltà del vivere, speranza dove non è possibile averne, speranza come augurio. Quattro momenti che mostrano volti e condizioni umane differenti per la loro storia ma legate da un discorso comune: le Beatitudini.
A raccontare, oltre alle parole, sono anche grandi immagini proiettate e scomposte da prismi che attraverso giochi di luce disegnano non solo lo spazio scenico ma anche quello emotivo. Disegni e ombre che si compongono e si dissolvono a svelare lentamente paesaggi diversi. Melodie di giocattoli o piccoli oggetti che nascono direttamente nello spazio scenico, per costruire l’ambiente di ogni storia.
Primo quadro: gli umili e i puri di cuore. Dedicato alla mia famiglia.
Secondo quadro: quelli che piangono e quelli che hanno compassione. Dedicato a Mario Vatta
Terzo quadro: i non violenti. Dedicato a F. L. R. ergastolano in un carcere di massima sicurezza.
Quarto quadro: quelli che hanno fame e sete di giustizia e i perseguitati a causa della giustizia. Dedicato a quelli che hanno il coraggio di andare fino in fondo perché sentono che qualcosa esisterà, aldilà di me, aldilà di te, aldilà di quello che succederà.
Produzione – Aria Teatro Pergine – CSS Teatro stabile d’innovazione del Friuli Venezia Giulia
Con il patrocinio di Centro d’Accoglienza E. Balducci
17 aprile Teatro comunale di Pergine Valsugana ore 21.00 Festival Bellandi
voce, suoni, effetti Aida Talliente
fender rhodes, organo, synthkorg ms20 Giorgio Pacorig
video animation, Cosimo Miorelli
Tratto da ‘Ritratto del Leone Willie “The Lion” Smith’ di Amiri Baraka
Una produzione Hybrida Space
“Li ho suonati tutti
barrel house, ragtime, blues,
dixieland, boogie woogie, swing,
bebop, bop, persino classica.
Non fa la minima differenza
il nome che i critici o i giornalisti musicali
ci appiccicano sopra.
E’ tutta musica ed è tutta un’espressione dell’animo umano”.
Willie “The Lion” Smith
RITRATTO DEL LEONE
“Ragtime significa: musica suonata da chi non conosce la tastiera del piano. Il suonatore di ragtime stuzzica i tasti facendo ciò che gli viene in mente perché è fanatico, presuntuoso e molto aggressivo, fino a quando non arriva qualcun altro e si mette a suonare davvero. Allora egli diventa docile come un agnello. Ora, la differenza tra il suonatore di ragtime un pianista vero, sta nell’ aver dimestichezza con le progressioni e il sapersi muovere con entrambe le mani”.
Willie “The Lion” Smith, il suo piano, la sua musica, le sue funamboliche esecuzioni e non solo, raccontate attraverso quadri sonori, in cui le sue parole, la poesia di Amiri Baraka,i rumori dell’ambiente e una musica che a volte arriva all’ urlo, costruiscono situazioni diverse, frammenti di vita. Un film sonoro in cui le sue composizioni vengono “usate” in modo libero;scomponendole, rielaborandole e intrecciando stili diversi dal blues al ragtime e all’ elettronica, cosi come lui faceva con ogni melodia.
Tutto questo ci apre una domanda a cui non abbiamo ancora trovato risposta: “Ma cosa abbiamo mai tanto da urlare se urlare, il più delle volte, non serve a niente?”
Il mondo sarà sempre pieno di cinguettatori, ruttatori, saltimbanchi e vecchi cialtroni con i loro pifferi rotti a scorrazzare per le strade delle città.
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