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Dicembre 1
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    01.Dicembre.Venerdì

    IO NON HO MANI CHE MI ACCAREZZINO IL VISO__prima nazionale

    21:00 -23:00
    01/12/2017
    Corso Buenos Aires, 33, 20124 Milano MI
    Corso Buenos Aires, 33, 20124 Milano MI

    PRIMA NAZIONALE

    del nuovo lavoro della Compagnia Biancofango:

    IO NON HO MANI CHE MI ACCAREZZINO IL VISO

    TEATRO ELFO PUCCINI | MILANO

    SALA FASSBINDER | 21 NOVEMBRE – 3 DICEMBRE 2017
    MAR-SAB: 21:00 / DOM: 16:30

     

    Drammaturgia Francesca Macrì, Andrea Trapani, Aida Talliente

    Regia Francesca Macrì

    Con Aida Talliente, Andrea Trapani

    Costruzione delle scene Teatro della Tosse

    Luci Gianni Staropoli

    Suono Umberto Fiore

    Aiuto regia Massimiliano Chinelli 

    Produzione Teatro dell’Elfo, Fattore K, Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse

    In collaborazione con Armunia, La Città del Teatro di Cascina, La Corte Ospitale, Cie TwainResidenze, Teatri di Vetro

    Foto © Andrea Trapani

     

     

    Nata dall’incontro tra l’attore e autore Andrea Trapani e la drammaturga e regista Francesca Macrì, la compagnia Biancofango sviluppa, nel corso di più di dieci anni d’attività, una ricerca nel segno della nuova drammaturgia e delle nuove forme di scrittura scenica. Da In punta di piedi a Porco mondo, il duo si è fatto conoscere per le sue fini capacità narrative e per aver trovato un punto d’equilibrio tra corpo e testo, tra scrittura e attorialità. Io non ho mani che mi accarezzino il viso (titolo che la compagnia ‘ruba con amore’ a una poesia di David Maria Turoldo e a una sequenza di fotografie di Mario Giacomelli, per definire una cornice, un perimetro più che un reale contenuto) nasce da una domanda posta ai due attori che abitano la scena (Aida Talliente e lo stesso Trapani): «Qual è il personaggio della letteratura teatrale la cui fragilità sembra riguardarti? Le cui parole potresti dire anche tu, in quanto persona e non in quanto attore?». Santa Giovanna dei Macelli di Brecht, Woyzeck di Büchner, Arkadina di Cechov, in risposta a questo iniziale quesito, animano uno spettacolo dal gusto pirandelliano in cui personaggi, attori e persone si sovrappongono senza continuità di causa. Tre solitudini che si incontrano, tre fragilità poste in un dialogo immaginario ma sempre in bilico tra realtà e finzione. Fino a non sapere più dove finisca il teatro e inizi la vita.

     

     

 

 

 

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