TEATRO COMUNALE LUIGI CANDONI – Tolmezzo ore 20.45
direzione d’orchestra – Fabrizio Fontanot
con
Aida Talliente – voce
Giovanni Martinuzzi ed Elisa Borlini – danza aerea
Elisabetta Castellani, Sara Dominici, Renata Maschietti, Rachele Rognoni – testi
Ass. musicale e culturale “ARMONIE” – produzione
Il tema trattato nello spettacolo Boati di silenzio- Echi di una Caporetto celata, è quello della Grande Guerra combattuta dai civili che hanno sperimentato l’invasione e in particolare di quelle persone che hanno vissuto questa drammatica esperienza nella quasi totale impotenza: le donne e i bambini.
La costruzione del progetto e dello spettacolo sono il frutto di un’approfondita ricerca documentale focalizzata in modo particolare su ciò che la Grande Guerra ha causato alle donne friulane. La volontà di trattare questo tema nasce dall’opinione che non siano stati sufficientemente messi in risalto né rappresentati gli aspetti della Ritirata di Caporetto nel vissuto dei civili, e nasce soprattutto dalla convinzione che la narrazione relativa a questi aspetti sia oggi di manifesta attualità, se confrontata con quanto stanno vivendo i popoli attualmente vittime di guerre a noi vicine geograficamente. I vecchi campi di battaglia sulle Alpi e sulla pianura friulana e isontina creano continui rimandi alla situazione della popolazione civile nei conflitti tra Israele e il mondo arabo, assieme agli scenari siriano, iracheno, afghano, libico degli ultimi anni e soprattutto agli episodi salienti delle recenti sfide lanciate dal “Califfato”.
“C’è un’altra Grande Guerra, per lo più sconosciuta, che per decenni è rimasta esclusa da ogni narrazione. Una Grande Guerra sulla quale, al tacere delle armi, è calato un assordante silenzio solo da poco interrotto grazie alla bravura e persino al coraggio di alcuni storici. E’ la guerra di chi non ha da raccontare nulla di epico, nessun assalto alla baionetta, nessuna pallottola schivata, nessuna bomba da cui ripararsi. E’ la guerra di chi si vergogna e non affida i propri ricordi nemmeno ai parenti più stretti. E’ la guerra, ad esempio, di quei veneti e friulani che videro dopo Caporetto le proprie terre calpestate dal nemico. […] quella dei civili, quella degli abitanti di questa vasta porzione di nordest occupato. La storia di chi resta e la storia di chi fugge. Restano all’inferno circa un milione di persone.”
premio A. Landieri come miglio spettacolo 2011 Napoli
Premio Fringe festival 2011 Napoli
I loro visi avranno fisionomie nuove…
avranno qualcosa di nuovo che tiene
in sé luminose e comuni possibilità per l’avvenire,
quasi il sole di un’immensa Pasqua.
Saranno come inebriati di futuro…e di morte.
Quest’ansia di fraternità si chiamerà: Resistenza.
…
Sappiamo che occhi avrà
chi vivrà quell’esperienza comune
rigeneratrice del futuro: occhi minacciosi
di operaio o esaltati di intellettuale.
E tutto ciò avrà anche il nome di Speranza.
P.P.Pasolini
SOSPIRO D’ANIMA
Un cerchio di pietre illuminato da piccoli lumi. Un albero bianco, scarno. Scatole, cassetti, vecchi oggetti accatastati su cui siede una donna “anziana”. Appena fuori dal cerchio, un ragazzo, forse un “angelo”, suona una fisarmonica. La donna si muove in questo luogo fatto di poveri oggetti, raccontando la sua storia. Lo fa come fosse un saluto, l’ultimo saluto prima di “andarsene”. Nel corso del racconto, il piccolo cerchio di pietre diventa un luogo di passaggio tra la vita e la morte, diventa una “mappa della memoria” su cui lei lascia le proprie orme, le proprie tracce. La musica l’accompagna. Una musica che diventa anche il canto di un’anima piena di cose…
Così inizia questo breve viaggio dedicato a Rosa Cantoni, Rosina per chi l’ha amata, o “Giulia” per chi l’ha conosciuta come protagonista della Resistenza friulana. Nato dopo un lungo ed intenso periodo di incontri con Rosina, lo spettacolo è un attraversamento lento e discreto dei suoi ricordi, delle sue vecchie fotografie e delle sue poesie. E’ il racconto prezioso di una vita straordinaria, vissuta con forza, coraggio e soprattutto amore; amore per la vita, per il mondo, per le future generazioni a cui Rosina sempre ha parlato.
Così desidero ricordarla. Così desidero tenerla viva e più presente che mai nella mia storia e nella storia dei nostri giorni, purtroppo destinati a perdere tutte quelle voci che in passato hanno tanto lottato per cambiare il mondo.
Aida Talliente
Rosa Cantoni era una delle più anziane partigiane della città di Udine. Durante la seconda guerra mondiale è stata protagonista nella lotta della Resistenza e poi deportata al campo di sterminio di Ravensbruk nel ’45. Ascoltando le sue parole e le sue testimonianze, si diventa silenziosi spettatori di tutto ciò che si è consumato nel corso del tormentato ‘900.
Rosa muore il 28 gennaio del 2009, durante la costruzione dello spettacolo. A lei è dedicato questo viaggio.
In occasione dello spettacolo SOSPIRO D’ANIMA (la storia di Rosa) Aida Talliente propone un workshop per un gruppo limitato di persone:
“LE GEOGRAFIE DEL CORPO”
27 e 28 gennaio 2018
Trento – Teatro Portland
Il nostro corpo come una mappa infinita di possibilità da esplorare ed analizzare insieme. Lo studio sul movimento e l’azione attraverso un training individuale e collettivo indirizzato a cercare un ascolto più attento dello “stare” e “abitare” uno spazio scenico. L’intento del lavoro e’ quello di studiare e attraversare insieme le molteplici dinamiche del corpo in relazione alla propria chinesfera, allo spazio esterno e agli altri. Indagare le radici del movimento: gli impulsi, le spinte, i freni, il peso, l’ampiezza, la velocità, per poter trovare una consapevolezza maggiore. Il corpo dunque, come strumento che attraverso l’azione è il movimento vive un’esperienza psichica, fisica ed emotiva.
Orario: Sabato 27/1 dalle 10.00 alle 13.00; Domenica 28/1 dalle 10.00 alle 18.00 (con un’ora di pausa pranzo); Totale 10 ore di lavoro.
premio A. Landieri come miglio spettacolo 2011 Napoli
Premio Fringe festival 2011 Napoli
I loro visi avranno fisionomie nuove…
avranno qualcosa di nuovo che tiene
in sé luminose e comuni possibilità per l’avvenire,
quasi il sole di un’immensa Pasqua.
Saranno come inebriati di futuro…e di morte.
Quest’ansia di fraternità si chiamerà: Resistenza.
…
Sappiamo che occhi avrà
chi vivrà quell’esperienza comune
rigeneratrice del futuro: occhi minacciosi
di operaio o esaltati di intellettuale.
E tutto ciò avrà anche il nome di Speranza.
P.P.Pasolini
SOSPIRO D’ANIMA
Un cerchio di pietre illuminato da piccoli lumi. Un albero bianco, scarno. Scatole, cassetti, vecchi oggetti accatastati su cui siede una donna “anziana”. Appena fuori dal cerchio, un ragazzo, forse un “angelo”, suona una fisarmonica. La donna si muove in questo luogo fatto di poveri oggetti, raccontando la sua storia. Lo fa come fosse un saluto, l’ultimo saluto prima di “andarsene”. Nel corso del racconto, il piccolo cerchio di pietre diventa un luogo di passaggio tra la vita e la morte, diventa una “mappa della memoria” su cui lei lascia le proprie orme, le proprie tracce. La musica l’accompagna. Una musica che diventa anche il canto di un’anima piena di cose…
Così inizia questo breve viaggio dedicato a Rosa Cantoni, Rosina per chi l’ha amata, o “Giulia” per chi l’ha conosciuta come protagonista della Resistenza friulana. Nato dopo un lungo ed intenso periodo di incontri con Rosina, lo spettacolo è un attraversamento lento e discreto dei suoi ricordi, delle sue vecchie fotografie e delle sue poesie. E’ il racconto prezioso di una vita straordinaria, vissuta con forza, coraggio e soprattutto amore; amore per la vita, per il mondo, per le future generazioni a cui Rosina sempre ha parlato.
Così desidero ricordarla. Così desidero tenerla viva e più presente che mai nella mia storia e nella storia dei nostri giorni, purtroppo destinati a perdere tutte quelle voci che in passato hanno tanto lottato per cambiare il mondo.
Aida Talliente
Rosa Cantoni era una delle più anziane partigiane della città di Udine. Durante la seconda guerra mondiale è stata protagonista nella lotta della Resistenza e poi deportata al campo di sterminio di Ravensbruk nel ’45. Ascoltando le sue parole e le sue testimonianze, si diventa silenziosi spettatori di tutto ciò che si è consumato nel corso del tormentato ‘900.
Rosa muore il 28 gennaio del 2009, durante la costruzione dello spettacolo. A lei è dedicato questo viaggio.
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