Aisha

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AISHA

un frammento d’Africa

La storia vera di una ex-ragazza soldato ivoriana

2008

di e con Aida Talliente

disegno luci Luigi Biondi

una produzione di Aida Talliente
in collaborazione con Amnesty International Italia, progetto “Ripartire” di Lisa Candotti e

Associazione Culturale Lacasadargilla

 

Primo Premio al Concorso Nazionale Premio dodici donne – Rieti 2009
Finalista al Concorso Internazionale di Drammaturgia A. Musco – Messina 2008

 

Quona maso n’cono n’cudeka”

Ci vuole pazienza per riuscire a guardare negli occhi della lumaca

 

AISHA

Il progetto nasce da una storia vera. Il racconto è dedicato ad una ex-ragazza soldato che vive in Costa d’Avorio e che ho conosciuto lavorando al progetto di un’operatrice che da anni si occupa delle ragazze vittime della guerra in Africa.

È anche il desiderio di elaborare uno studio sulla figura di Medea intesa come archetipo: donna sapiente che viene sradicata dalla sua terra concreta e mitica, per essere portata in un luogo senza centralità ed umanità, ed esserne poi bandita. Questa Medea nasce da un mare di carta stracciata, da rive abbandonate e da un deserto di macerie ed immondizia. Racconta la sua storia ad una bambola-figlia costruita con la stessa immondizia e le due “donne”, la madre e la figlia, iniziano un viaggio attraverso i ricordi. Aisha, come Medea, arriva a compiere l’infanticidio distruggendo la sua piccola bambola, come chi non è più soltanto vittima della violenza ma ne diventa complice e partecipe. Ma c’è per lei una salvezza alla fine…

 

SGUARDI CRITICI

Intenso, forte, vibrante di dolore e al contempo intessuto di poesia, di bellezza. È lo spettacolo “Aisha” (un frammento d’Africa), anteprima della nuova stagione di “Akropolis” (…) Autrice e attrice straordinaria Aida Talliente, capace di costruire e interpretare uno spettacolo totalmente privo di sbavature e ridondanze, coinvolgente dall’inizio alla fine, caratterizzato dalla semplicità di mezzi e da assoluta pienezza espressiva (…) Sempre in movimento Aida-Aisha, in un cammino fatto di danza, di parole, di domande e di canzoni. I canti sacri africani, intonati dalla voce potente della Talliente, accompagnata soltanto dal ritmo dei passi, si alternano alle parole (…) Un secchio è un bastone sono gli unici oggetti teatrali (…) un perfetto gioco di luci moltiplica le ombre (…) è un crescendo inframezzato da immagini di una natura che “distrae” dalla disperazione.

Sandra Mansutti

Un’operazione drammaturgia che diventa esemplare di una condizione più generale della condizione femminile in Africa, assemblando brani della Medea pasoliniana con frammenti di Materiali per Medea di H. Muller o con quelli della Medea di C. Wolf, assieme a quattro bellissimi canti della tradizione africana che Aida Talliente interpreta con una vocalità vigorosa e struggente al tempo stesso. Una versatilità interpretativa, la sua, che trascolora dall’allegria solare della danza che apre il racconto alla rabbia desolata e impotente (…) alla furia incontrollata, o al silenzio di Dio o alla inesorabilità di un destino crudele. È un torrente in piena – la Aisha di Talliente – un percorso di teatro civile, impegnato ma non didascalico e retorico, cui è andato il calorosissimo plauso del pubblico.

Mario Brandolin

Profondo messaggio di alto valore umano e civile (…) autrice e interprete Aida Talliente, giovane e appassionata attrice partita per varie esplorazioni umane e artistiche nei luoghi fragili del mondo, anche estremi e drammatici, ma sempre ricchi di tradizioni profonde e di energie vitali. (…) una storia, quella di Aisha, di morte annunciata e di riscatto possibile (…) una primordiale liberazione.

Angela Felice

Un allestimento soltanto in apparenza semplice quello di Aisha (un frammento d’Africa), lo spettacolo ideato da Aida Talliente (…) Una messa in scena scarna che si affida alla capacità drammatica delle luci, sul palco soltanto un cumulo di fogli di giornale da cui emerge l’unica voce narrante di questo viaggio nell’Inferno. Tutto si regge sul valido testo, interpretato con energia e caratterizzato da scelte registiche che contribuiscono ad esaltarne il valore. La Talliente emoziona gli spettatori proponendo la storia di Aisha, attraverso un monologo che alterna solari momenti di canto, suoni e danza tipici del racconto africano e che mescola l’idioma italiano a quello francese e del continente nero (…) Non è un caso che ad aprire e a chiudere questo toccante monologo siano i delicati versi della Medea di Pier Paolo Pasolini: “Il silenzio, l’odore dell’erba il fresco d’acque dolci: tutti segni di un dio che ha lasciato lì la sua presenza sacra” che stridono con la violenza di cui l’essere umano è capace come, purtroppo, i due testi teatrali dimostrano.

Paola Silvestro

 

 

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