Ritratto del Leone Williw The Lion Smith

Parco di S. Osvaldo Udine, via Pozzuolo 330 ore 21.00

per la rassegna estiva di TSU Teatro Sosta Urbana

 

RITRATTO DEL LEONE

Willie “The Lion” Smith

 

voce, suoni, effettiAida Talliente

fender rhodes, organo, synthkorg ms20  Giorgio Pacorig

live painting Cosimo Miorelli

 

Tratto daRitratto del Leone Willie “The Lion” Smith’ di AmiriBaraka

Una produzioneHybrida Space

 

 

“Li ho suonati tutti

barrel house, ragtime, blues,

dixieland, boogie woogie, swing,

bebop, bop, persino classica.

Non fa la minima differenza

il nome che i critici o i giornalisti musicali

ci appiccicano sopra.

E’ tutta musica ed è tutta un’espressione dell’animo umano”.

Willie “The Lion” Smith

 

RITRATTO DEL LEONE

“Ragtime significa: musica suonata da chi non conosce la tastiera del piano. Il suonatore di ragtime stuzzica i tasti facendo ciò che gli viene in mente perché è fanatico, presuntuoso e molto aggressivo, fino a quando non arriva qualcun altro e si mette a suonare davvero. Allora egli diventa docile come un agnello. Ora, la differenza tra il suonatore di ragtimee un pianista vero, sta nell’aver dimestichezza con le progressioni eil sapersi muovere con entrambe le mani”.

Willie “The Lion” Smith, il suo piano, la sua musica, le sue funamboliche esecuzioni e non solo, raccontate attraverso quadri sonori, in cui le sue parole, la poesia di AmiriBaraka,i rumori dell’ambiente e una musica che a volte arriva all’urlo, costruiscono situazioni diverse, frammenti di vita. Un film sonoro in cui le sue composizioni vengono “usate” in modo libero;scomponendole, rielaborandole eintrecciando stili diversi dal blues al ragtime e all’elettronica, cosi come lui faceva con ogni melodia.

Tutto questo ci apre una domanda a cui non abbiamo ancora trovato risposta: “Ma cosa abbiamo mai tanto da urlare se urlare, il più delle volte, non serve a niente?”

Il mondo sarà sempre pieno di cinguettatori, ruttatori, saltimbanchi e vecchi cialtroni con i loro pifferi rotti a scorrazzare per le strade delle città.

Abitiamo la domanda.

Lady Sings The Blues dedicato a Billie Holiday

Auditorium S. Pertini presso la Biblioteca Comunale di Ronchi dei Lgionari

Androna Palmada, 1, 34077 Ronchi dei Legionari GO ore 20.45

 

Lady sings the blues

L’autobiografia  di  Billie  Holiday

Spettacolo concerto

“Mi hanno detto che nessuno canta la parola “fame “e la parola “amore” come la canto io. Sarà perché so cosa hanno voluto dire queste parole per me; e quanto mi sono costate…”

 

Una donna. Un gruppo di musicisti seduti accanto a lei. Vecchi microfoni, vecchi dischi sparsi, sedie accatastate, bicchieri qua e là. Una scritta luminosa che scende dall’alto: “ON AIR”. Siamo in un luogo intimo, una stanza, forse la sala di una vecchia radio anni 50. Dalla penombra e dal silenzio nasce una musica, una canzone suonata da un giradischi. E’ “Strange Fruit” di Billie Holiday. Ad un tratto si sentono alcune parole confuse, un colpo di tosse e la risata di una voce roca, rotta.  E’ lei che parla: la donna.

“Il mio più grande sogno è…”, così la donna inizia il suo racconto, come fosse l’ultima intervista, l’ultimo “canto” della sua vita. Il racconto parte dalla fine, come un viaggio a ritroso nel tempo attraverso i suoi ricordi passati e dopo questo breve inizio è la musica della band a strappare il silenzio e ad accompagnarci nei sobborghi di Baltimora, nei jazz club di tutta New York, nelle città da una costa all’altra dell’America e negli anni tormentati delle violenze razziali. Attraverso parole ruvide e confidenziali la donna parla al pubblico, parla ai suoi musicisti che costantemente dialogano con lei attraverso i loro strumenti, ride, si commuove, racconta di sua madre e di suo padre, dei successi, dei suoi amori vissuti come su un campo di battaglia, delle droghe, di tutti i penitenziari in cui è stata rinchiusa più volte. Racconta con rabbia delle ingiustizie razziali, dei linciaggi e di quei “frutti amari”, quegli “strani frutti” che pendevano dagli alberi del Sud. E’ dentro questo mondo che nasce la voce di Billie Holiday, quella voce che più di ogni altra è riuscita a raccontare con sincerità ogni sorta di esperienza vissuta. Quella voce così “meravigliosamente umana” e piena di franchezza che diventa l’urlo di un cane randagio, l’urlo dell’amore e della fame, l’urlo di ogni cicatrice che segna il corpo e il cuore, l’urlo delle tante strade percorse. Urlo e Canto divisi da una linea molto sottile, ed è dentro questa linea che nasce fragile e bellissimo il suo blues.

 

testo  Aida Talliente

coordinamento musicale  Simone Serafini

la band

Mirko Cisilino tromba/trombone

Filippo Orefice sax tenore/clarinetto

Giulio Scaramella Pianoforte

Simone Serafini contrabbasso

Alessandro Mansutti batteria

 

disegno luci Luigi Biondi

 

Tratto da:

“Lady sings the blues” (l’autobiografia di Billy Holiday) e Strange Fruit”

 

RITRATTO DEL LEONE Willie The Lion Smith

Circolo culturale Potok, Stregna – ore 21.30

voce, suoni, effetti Aida Talliente

fender rhodes, organo, synth korg ms20  Giorgio Pacorig

 

Tratto daRitratto del Leone Willie “The Lion” Smith’ di Amiri Baraka

Una produzione Hybrida Space

 

 

“Li ho suonati tutti

barrel house, ragtime, blues,

dixieland, boogie woogie, swing,

bebop, bop, persino classica.

Non fa la minima differenza

il nome che i critici o i giornalisti musicali

ci appiccicano sopra.

E’ tutta musica ed è tutta un’espressione dell’animo umano”.

Willie “The Lion” Smith

 

RITRATTO DEL LEONE

“Ragtime significa: musica suonata da chi non conosce la tastiera del piano. Il suonatore di ragtime stuzzica i tasti facendo ciò che gli viene in mente perché è fanatico, presuntuoso e molto aggressivo, fino a quando non arriva qualcun altro e si mette a suonare davvero. Allora egli diventa docile come un agnello. Ora, la differenza tra il suonatore di ragtimee un pianista vero, sta nell’aver dimestichezza con le progressioni eil sapersi muovere con entrambe le mani”.

Willie “The Lion” Smith, il suo piano, la sua musica, le sue funamboliche esecuzioni e non solo, raccontate attraverso quadri sonori, in cui le sue parole, la poesia di AmiriBaraka,i rumori dell’ambiente e una musica che a volte arriva all’urlo, costruiscono situazioni diverse, frammenti di vita. Un film sonoro in cui le sue composizioni vengono “usate” in modo libero;scomponendole, rielaborandole eintrecciando stili diversi dal blues al ragtime e all’elettronica, cosi come lui faceva con ogni melodia.

Tutto questo ci apre una domanda a cui non abbiamo ancora trovato risposta: “Ma cosa abbiamo mai tanto da urlare se urlare, il più delle volte, non serve a niente?”

Il mondo sarà sempre pieno di cinguettatori, ruttatori, saltimbanchi e vecchi cialtroni con i loro pifferi rotti a scorrazzare per le strade delle città.

Abitiamo la domanda.

Ritratto di BORIS VIAN

RITRATTO DI BORIS VIAN

9 settembre 2017__Comunità 9 Sant’Osvaldo__ore 21.00

Una serata di racconti, poesia ed immagini dedicate a Boris Vian

 

Aida Talliente letture

Mirko Cisilino tromba

Emanuel Donadelli batteria

Marzio Tomada contrabbasso

 

 

 

 

LADY SINGS THE BLUES

 

LADY SINGS THE BLUES

la storia di Billie Holiday

 

adattamento teatrale Aida Talliente

direzione musicale Simone Serafini

la band:

Mirko Cisilino tromba

Stefano De Giorgio sax baritono

Filippo Orefice sax tenore e clarinetto

Maurizio Cepparo trombone

Luca Dal Sacco chitarra

Francesco De Luisa pianoforte

Simone Serafini contrabbasso

Alessandro Mansutti batteria

disegno luci Luigi Biondi

 

 

Una donna. Un gruppo di musicisti seduti accanto a lei. Vecchi microfoni, vecchi dischi sparsi, sedie accatastate, bicchieri qua e là. Una scritta luminosa che scende dall’alto: ON AIR. È dentro questo mondo che nasce la voce di Billie Holiday, quella voce che più di ogni altra è riuscita a raccontare con sincerità ogni sorta di esperienza vissuta. Urlo e Canto, divisi da una linea molto sottile, ed è dentro questa linea che nasce fragile e bellissimo il suo blues.

 

Teatro-canzone o recital con sound. E’ difficile, e forse superfluo, imbrigliare in una categoria l’originalità dello spettacolo “The lady sings the blues”, che unisce il monologo spezzato di Aida Talliente, sempre strepitosa, e il blues live di una band affiatatissima di otto strumentisti, guidati da Simone Serafini. Ma un collante c’è in questo scivolare tra loro della parola che racconta e del tappeto sonoro che le fa eco. Ed è l’omaggio a distanza, a suo modo straniato, che dei giovani artisti bianchi del Duemila tributano alla vita e al prodigio di una regina statunitense del canto “nero”. Angela Felice

info e biglietti www.ertfvg.it
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